lunedì 31 gennaio 2011

Se vi dico rabarbaro... voi pensate all'amaro ???

yogurt e rabarbaro al forno con porto


Vi ho detto nell'ultimo post di aver trovato un fruttivendolo che è un paradiso; ma ancora non vi ho detto cosa mi ha catturato, mentre glisfrecciavo davanti in bici, tanto da farmi inchiodare e tornare indietro.
Sono queste coloratissime coste rosso rubino che vedete in apertura del post: del bellissimo e freschissimo rabarbaro !!!!
Non l'avevo mai visto prima, se non in foto, e tanto meno l'avevo trovato in nessun fruttivendolo o supermercato.

Non potevo farmelo sfuggire e, la cosa più divertente, è stato quando il negoziante mi ha confessato che ero il primo ad aver capito cos'era, per poi chiedermi come lo avrei preparato.
Non avevo le idee ancora chiare, ma mi pareva di ricordare che gli inglesi lo usassero e quindi pensavo, subito dopo un giro nei blog, ad una sbirciatina ai libri di Jamie.

Quello che non mi aspettavo era il suo gusto: pensavo a qualcosa di molto amaro, invece al contrario è molto agre. L'amaro, infatti, si presenta quando le coste non sono così rosse.
Se poi mescoliamo con dello zucchero, l'agre lascia il posto ad un gusto freschissimo e molto particolare.

yogurt e rabarbaro al forno con porto

La prima preparazione è questo Rabaro al forno con porto versione al forno, per preparare la quale mi sono ispirato ad una preparazioneche Jamie Oliver (nel libro Cook with Jamie) usava per accompagnare una crema.

Non mi convinceva l'uso che aveva fatto del succo d'arancia, e così ho preferito provare una versione più aromatica usando poco porto al posto dell'arancio.

Un sapore particolarissimo ma vi assicuro buonissimo: per darvi un'idea, vi dirò che dopo la prima coppetta ho dovuto rifarne subito un'altra visto che mia moglie, che sembrava dovesse assaggiarne solo una puntina, ha finito per mangiarsi tutto quello che avevo preparato  ;)

E poi non è forse bellissimo con questo colore così brillante ?!?!?! L'ideale per iniziare in allegria la giornata. E siccome si dice "Chi ben inizia è a metà dell'opera", stamattina ho voluto esagerare.

marmellata di rabarbaro e pan dolce all'olio


Ecco allora pronti, belli caldi per il mio tesoro, dei morbidissimi Pandolci all'olio accompagnati da una semplicissima ma irresistibile Marmellata di rabarbaro.

Per i pandolci, non riuscendo a trovare dove ho messo il libro delle sorelle Simili, ho cercato un po' in giro e partendo dalla ricetta di Anice & Cannella, ho sostituito il burro con l'olio.
Questa sostituzione, però, penalizza il gusto, che quindi ho corretto aumentando lo zucchero.

Buoni ma migliorabili: la prossima volta, quindi, proverò a sostituire l'uovo intero con 2-3 tuorli sodi e schiacciati; se infatti la scelta dell'olio al posto del burro rende l'impasto più 'pesante' (come impasto, non come calorie o digeribilità) e meno gustoso, usare solo tuorli consente di riguadagnare in gusto e sofficezza, specialmente se i tuorli sono sodi.
Vorrei anche usare dello zucchero a velo al posto di quello semolato, in modo da rendere l'impasto ancora più friabile... insomma i classici accorgimenti che si usano con le frolle.

Se nel frattempo avete già provato questi esperimenti, mi piacerebbe conoscere i vostri risultati.

Quanto al rabarbaro, inutile dire che ne ho altro da consumare, ma di questo vi parlerò nei prossimi post.

Invece in questo vi dirò che, per quanto buono, va usato con moderazione: oltre a stimolare la produzione di succhi gastrici e biliari (e favorire quindi la digestione), l'alta concentrazione di tannini ha effetti regolatori dell'intestino ma, con assunzioni eccessive o prolungate, può manifestare effetti lassativi.
Quindi mangiarne un po' al giorno ma senza esagerare :)

Yogurt con Rabaro al forno con porto

yogurt e rabarbaro al forno con porto
Ingredienti
Per 2 persone
  • 2 vasetti di yogurt bianco (magro)
  • 100 gr di rabarbaro, che sia bello rosso
  • 50 gr di zucchero di canna grezzo
  • zeste di limone ed arancio
  • 1/2 mela renetta (facoltativo)
  • poco Porto rosso
  • olio evo
  • agar-agar (facoltativo)
Preparazione

Scaldare il forno a 200°C. Intanto tagliare il rabarbaro a tocchetti da 2-3 cm e metterli in una piccola pirofila unta con un goccio di olio d'oliva.
Versare sul rabarbaro lo zucchero e spruzzare con il Porto, coprire con la carta stagnola ed infornare per 20 minuti.
Tolgo dal forno il rabarbaro deve essere bello tenero e deve aver rilasciato un bel sughetto rosso.
Lasciar raffreddare ed usare per insaporire lo yogurt.
Se volete potete rassodarlo aggiungendo dell'agar-agar sciolto in acqua quando è ancora caldo.
Anche lo yogurt può essere rassodato sciogliendo dell'agar-agar in poco latte caldo.

Pandolci all'olio con Marmellata di rabarbaro

marmellata di rabarbaro e pan dolce all'olio
Ingredienti
  • 500 gr di rabarbaro
  • 500 gr di zucchero
  • 1 limone
  • 2 cucchiaini di agar-agar
  • 350 gr di farina bianca (un mix di farina 00 e farina manitoba)
  • 90 gr di zucchero
  • 75 gr di acqua
  • 75 gr di latte
  • 1 uovo
  • 1 cucchiaino di miele
  • 30-40 gr di olio (circa 1/2 bicchiere) d'oliva leggero o di semi
  • 8 gr di lievito
  • 1 chiucchiaino di sale
  • zeste di limone e d'arancia
  • granella di zucchero
Preparazione

La sera prima tagliate il rabarbaro in piccoli pezzetti e mescolatelo allo zucchero.
Il giorno seguente mettete sul fuoco il rabarbaro con il suo sughetto, aggiungendo il succo del limone e la sua buccia grattuggiata.
Appena raggiunge il bollore abbassate e cuocete facendo appena sobbollire per 30-40 minuti mescolando di tanto in tanto per facilitare lo spappolamento della verdura.
Spegnete ed aggiugete anche l'agar-agar, mescolando bene. Invasate da bollente in vasetti sterilizzati 10-15 minuti in acqua bollente e verificate che, raffreddandosi, vadano sotto vuoto.

Per il pan dolce, formate un lievitino con 75 gr di farina, 75 gr di latte tiepido, il lievito ed il miele, e fate riposare in luogo tiepido per 40 minuti.
Passato questo tempo aggiungete al lievitino l'uovo (tenete da parte poco tuorlo), le zeste e l'olio; iniziate a lavorare aggiungendo poco per volta ed alternandoli farina, zucchero ed acqua. Impastate almeno 15 minuti, quindi coprite e mettete a lievitare per 40 minuti.
Trascorso questo tempo formate i panettini, dividendo in 8 parti l'impasto. Per formare i panetti, rigirate i bordi della pasta sul fondo, diverse volte e da tutti i lati sigillandoli sotto. In questo modo la superfice della pallina viene bella tesa.
Metteteli a riposare altri 40 minuti in una teglia, ben coperti in modo che non si secchino. Trascorso questo tempo accendete il forno, e rifate ancora delle pieghe ai panettini, quindi ricopriteli.
Quando il forno sarà caldo, spennellate la superfice con l'uovo mescolato con pochissimo latte e distribuite la granella sulla superfice.
Cuocete a 180-200°C fino a quando saranno belli dorati sopra e ben cotti dentro. Fate raffreddare perfettamente prima di consumarli.

sabato 29 gennaio 2011

Come m'è dolce questo.... boccone amaro

Indivia con nocciole e bufala su stufato friarelli, rape e cavolo piccanti


Mia moglie è un angelo, e mi asseconda nel mio "nuovo" modo di proporre i menù, con molta più verdura e frutta, meno grassi, controllo carboidrati,.etc..., si è perfino adattata a mangiare del pesce (che prima non voleva nemmeno entrasse in casa).
Ma una cosa che proprio non vuole nemmeno vedere, sono le verdure che lei chiama amare.

Non posso che assecondarla, ma ieri sera il mio tesoro non mangiava a casa e quindi mi son concesso in un sol piatto tutto quello che con lei non posso preparare.

E non potevo scegliere giorno migliore, visto che ieri ho scoperto un nuovo fruttivendolo che è... che è.... un paradiso !!!!
Propone infatti le verdure che di solito non trovo da nessun'altra parte: indivia, cavolo di Bassano, agretti, carciofini mignon, cavolo nero, e.... una cosa di cui vi parlerò in un altro post, anzi in diversi post.... preparatevi :)

Per fortuna ero in bici e potevo portare poche cose, quindi ho preso subito l'indivia: bella bianca e croccante, pareva appena colta, irresistibile insomma, anche perchè quest'anno fatico a trovarla nei miei soliti banchetti, e quindi non potevo farmela scappare.

Con un'indivia ho fatto due barchette passate in forno semplicemente con un po' di nocciole tritate (dolce su amaro) e, verso il fine cottura, una fettina di mozzarella di bufala.
Spesso si utilizza del formaggio che possa con la dolcezza o il piccante bilanciare l'amaro dell'indivia, ma io... la volevo proprio sentirne il gredevole amaro. Certo la mozzarella di bufala non è magrissima, ma ne ho usata poca poca, ed adesso che ho trovato dove rifornirmi dei prodotti dell'Antico Demanio, freschi di giornata... impossibile resistere ;)

E giusto per togliermi la voglia d'amaro, ho pure finito le cime di rapa (che non riuscivo proprio ad infilare da nessuna parte) per creare un letto dolce/amaro su cui posare le due barchette.
Il dolce in questo caso è dato dal cavolo cappuccio e dalla mela che sanno bilanciare la cima pur senza cancellare quel retrogusto amabilmente dolce.

Indivia con nocciole e bufala su stufato friarelli, rape e cavolo piccanti


La rapa mi serviva per un tocco di colore in più e poi era lì in frigo che mi guardava e... e poi adesso che l'ho scoperta, mi piace davvero troppo :)

Una piccola nota sull'indivia: è un toccasana per l'intestino che riesce a rimettere in moto grazie alle sue fibre delicate ma molto attive. La presenza del potassio stimola inoltre la digestione e le funzioni epatiche. Anche il cavolo cappuccio è dotato di potassio ma anche di vitamine del gruppo B, calcio e fosforo, quindi ottimo per ridare energia e rinvigorire l'apparato muscolare.

Barchette d'indivia, nocciole e bufala su stufato di cime di rapa, rape rosse e cavolo cappuccio piccanti

Ingredienti
Per una persona
  • 1 indivia bella bianca
  • un pugno di nocciole (e qualche noce) tritate grossolanamente
  • 2 fettine di mozzarella (quella di bufala se l'avete) o altro formaggio dolce (brié, fontal, ...) o dolce/piccante (gorgonzola, ...)
  • sale e pepe
  • olio evo
  • qualche infiorescenza di cima di rapa
  • 1/4 di cavolo cappuccio
  • 1/4 di mela
  • 1/2 rapa rossa
  • 1/2 peperoncino
  • sale
  • olio evo
  • 1/2 spicchio d'aglio
  • 1 chiodo di garofano (facoltativo)
Preparazione

Tagliare a metà l'indivia, metterla in una terrina da forno oliata su cui avrete versato un po' d'acqua. Coprirla con la granella di nocciole e noci, rivestire la terrina con la carta alluminio e passare in forno a 180 °C per 15 minuti.

Intanto saltare brevemente il cavolo affettato finemente e li cimette tagliate a piccoli ciuffi con la mela a cubetti in poco olio evo che avrete aromatizzato con l'aglio.
Dopo qualche minuto aggiungete il peperoncino, bagnate con acqua e cuocete coperto a fiamma media, aggiungendo acqua se si asciugasse troppo, per 10 minuti circa (le verdure dovranno essere ben stufate).
Mettete a bollire anche la rapa rossa fatta a cubetti in poca acqua salata.

Togliete la carta alluminio dalla terrina dell'indivia, mettete il formaggio sulle barchette e passate qualche minuto al grill.

Impiattate formando un letto con le verdure stufate (a cui avrete aggiunto la rapa scolata), sul quale adagerete le barchette d'indivia.

giovedì 27 gennaio 2011

Orata al sale con insalata di aromatica di cereali

orata al sale con insalata aromatica di cereali


Mi capita spesso che pensando ad un piatto parto immaginando la cosa che poi sarà meno importante. In questo caso era un po' di giorni che volevo fare qualcosa con quei cereali dimenticati sulla mensola da mia moglie.
Il problema è che bisogna metterli a bagno, e per queste cose (come quando devo scongelare), io proprio non ho memoria e dimentico sempre di farlo per tempo  :)

Ma questa volta, messi a bagno la mattina, restava da pensare una ricetta con cui accompagnarli; visto che sarebbero stati serviti a cena, non dovevano diventare la parte principale del pasto, per lo meno non dopo aver già mangiato carboidrati a sufficienza con la pasta del mezzogiorno, quindi l'idea di usarli in insalata mi convinceva di più.

Per il piatto principale, visto che la carne l'avevo mangiata la sera prima, .... pesce !!!! Dopo un primo supermercato dove il pesce mi aveva messo tristezza, mesto mesto e con poche speranze mi sono recato al secondo dove invece mi aspettavano delle belle oratine, fresche e vivaci.

Per la cottura ho scelto quella al sale che mi piace tanto; e poi volevo provare a mescolare l'uovo al sale, come proposto da Jamie Oliver: in effetti con l'uovo la crosta salina si è formata molto più rapidamente ed è diventata anche più compatta, intrappolando meglio gli aromi del pesce che ben si amalgamano agli odori e profumi aggiunti.

Ed i cereali ?!?! Avevo idea di un paio di verdure con cui accompagnarli, ma l'idea finale mi è venuta girando le corsie del supermercato: ho trovato il sedano-rapa che non avevo mai assaggiato. Annusandolo be ho intuito l'aroma intenso e così... il resto è venuto da solo.

orata al sale con insalata aromatica di cereali_


Davvero buona, anche se in foto sembra tristina, vi assicuro che il pesto di basilico, gli aromi di finocchio, porro e sedano-rapa, la pungente presenza dello zenzero la rendono un contorno molto divertente e fresco.

Qui il sedano rapa entra in piccola quantità, ma è un alimento davvero eccellente: con pochissime calorie è ricco di selenio (antiossidante), potassio (ottimo per ridare energia) e fibre,  è un potente diuretico e depurativo, utile anche per contrastare il colesterolo. La vitamina B3 che contiene è invece utile per la pelle ed il sistema nervoso.

Ingredienti
Per due persone
  • 2 piccole orate
  • odori misti (alloro, timo, origano, salvia, rosmarino, ginepro, ...)
  • la buccia di 1/2 limone e di 1/2 arancio
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 4 fette di limone
  • 1 uovo
  • 1,5 - 2 kg di sale grosso
  • 3 pugni di cereali (io ho usato orzo perlato e segale integrale, potete sostiuibili o integrabili con altri cereali come farro, grano, ... possibilmente integrali)
  • 1/3 di sedano rapa
  • 1/2 finocchio
  • 1 porro
  • zenzero fresco
  • pesto al basilico (o basilico tritato sott'olio)
  • olio evo
  • sale e pepe
  • zeste di limone ed arancio
  • succo di limone o arancio (facoltativo)
Preparazione

La mattina mettete a bagno i cereali. La sera sciaquateli e metteteli a cuocere in acqua bollente e salata per 30-40 minuti.

Intanto accendete il forno a 200°C. Eviscerate e lavare le orate senza squamarle (o fatelo fare dal pescivendolo). Farcitene l'interno con fettine di limone, d'aglio e foglie di prezzemolo.

Preparate il sale mescolando gli odori, la buccia d'arancia e limone a pezzettoni, l'uovo intero. Amalgamate bene il tutto e versate parte del composto sul fondo di una teglia da forno.
Disponete i pesci sul sale e ricopriteli interamente, ad eccezzione di un occhio, con il restante sale ed infornate.

Pulite il sedano rapa e tagliatelo a cubetti. Lo stesso fate con il finocchio e mettete il tutto, con il porro intero, a cuocere al vapore. Non cuocete troppo, tenete le verdure un po'... croccantine (in pentola a pressione 2-3 minuti da quando inizia a fischiare).

Nel frattempo controllate il pesce: per sapere se è ben cotto (basteranno appena 15 minuti circa) guardate l'occhio, e togliete dal forno appena diventa bianco candido.
Togliete il sale e sfilettate.

Nel frattempo, si spera, dovrebbero essere pronti anche i cerali. I miei, avendo tempi di cottura diversi, avevano consistenze diverse, ma per questo erano ancora più piacevoli e distinti.
Mescolate i cereali alle verdure cotte a vapore (tagliate prima a rondelle il porro), e condite con un cucchiaino di pesto di basilico allungato con 1 o 2 cucchiai di olio d'oliva, una presa di sale e una punta di cucchiaino di zenzero fresco grattuggiato.

Impiattate quindi il tutto e distribuite sull'insalata le zeste di arancia e limone (e se volete poco succo dell'uno o dell'altro), e condite il pesce con olio d'oliva leggero e pepe.

lunedì 24 gennaio 2011

Involtini di spada con prugne e speck, con doppia insalata

Involtini di spada, prugne e speck su doppia insalata con gateau di patate, cime di rapa e cacio cavallo


Avrei fatto prima ad intitolare questo post Trionfo di spada, ma mi sembrava un tantino eccessivo. Oppure La sera delle prime volte visto i sapori che ho provato per la prima volta :)

Cominciamo dal pesce: è successo che sabato mi è presa la fissa di mangiare il pesce spada; cercavo di immaginarlo tutti i modi in cui avrei potuto esaltarne il sapore e metterlo in primo piano nel piatto.

A dire il vero, non avevo mai mangiato questo pesce, quindi non sapevo proprio che gusto avesse e tanto meno come esaltarlo, ma intuivo dalla descrizione dell'amico Vincenzo che fosse delicato.

Una prima volta che però immaginavo affiancato ad un altro sapore che non conoscevo. Venerdì infatti mi ero deciso a prendere, dopo diverso tempo che le guardavo dal fruttivendolo, delle rape rosse.
Non avevo idea se mi piacessero, ma volevo provarle a tutti i costi, e non so perchè, me le vedevo bene con il pesce.... mah...

Per lo spada, visto che l'immaginavo delicato, ho pensato di esaltarne il sapore abbracciandolo con un filo di speck. Il sapore salato ed affumicato di quest'ultimo ha fatto davvero la sua parte, ma per non rischiare che dominasse tutta la scena, ho bilanciato la sua sapidità con la dolcezza della prugna, che ho messo all'interno dei rotolini.

La combinazione pesce-speck è davvero buona, ma bisogna non esagerare con lo speck. Io ho messo solo mezza fettina, ma la prossima volta metterò un filo ricavato da mezza fetta: una volta in bocca, deve essere il pesce ad avere l'ultima parola.

Anzi, giusto per esagerare, alla fine ho pure spruzzato un paio di gocce di succo di limone sopra al rotolino, giusto per rinforzare la salinità del pesce.

Involtini di spada, prugne e speck su doppia insalata con gateau di patate, cime di rapa e cacio cavallo


Ora gli spiedini da soli nel piatto mi parevano un po' spogli, ma la doppia insalata ha fatto davvero da trono a questo re del mare.
Sotto le rape condite con prezzemolo e mandarino, sopra le spinacine ed i raddicchietti, giusto olio ed un goccio di limone.

Ho fatto un po' di assaggi con queste misteriose (per me sconosciute) rape rosse, e con il mandarino si sposano benissimo. Un po' meno bene però si sposa il mandarino con lo speck.
La dissonanza non disturba se lo speck è poco, ma ho trovato più armonizzato il  secondo piatto che preparato dove ho condito la rapa con prezzemolo, aglio ed olio.

Del gateau, un altro piatto che avevo voglia di provare da tempo, anche perchè avevo sentito sire che si può improvvisare con quello che si ha, vi parlerò un'altra volta.

Una nota sulla rapa: è una verdura con pochi principi nutritivi (discreta presenza di vitamina C), ma è molto ricca di acqua e fibre (cellulosa), quindi sazia senza appesantire ed aiuta la regolazione intestinale.

Lo spada, pur essendo un pesce mediamente grasso (circa il 4% contro lo 0,3% del merluzzo), ha quasi solo grassi polinsaturi (omega 3) che quindi non innalzano il colesterolo.
Inoltre è ricco di vitamina B12 (fondamentale per il funzionamento dei globuli rossi), fosforo (produzione energia, buon funzionamento cerebrale e costruzione ossa) e selenio (antiossidante ed anti-cancerogeno), quindi davvero da gustare di tanto in tanto


Ingredienti
Per due persone
  • 6 filetti di spada, tagliati sottili, circa 250 gr
  • 2 fettine di speck sgrassate
  • 2 prugne secche
  • sale e pepe 
  • aneto (facoltativo)
  • 1 rapa rossa (ho usato quelle già pelate, non trovando quelle fresche)
  • 1 mandarino (o 1 spicchio d'aglio)
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • olio evo (extra vergine d'oliva)
  • sale
  • 2 manciate di spinacine fresche
  • 1 manciata di raddicchietto
  • olio evo
  • sale e pepe
Preparazione
Mettete a cuocere al vapore la rapa tagliata a metà, e lavate le insalatine.
Formate gli involtini mettendo al centro del filettino di spada leggermente salato (facoltativamente aromatizzato con aneto) 1/3 di prugna secca disossata, arrotolando il pesce su se stesso.
Avvolgete sul rotolino 1/4 di fettina di speck (senza grasso) e legate il tutto con dello spago da cucina.
Affettare finemente la rapa cotta  (10-15 minuti in pentola a pressione), formare su un piatto un primo strato di fettine senza sovrapporle.
Cospargetela di prezzemolo e fettine di mandarino (o aglio), salare e condire con olio e succo di mandarino.
Procedete con altri strati fino a completare la rapa.
Cuocere gli involtini sulla piastra ben calda, oppure in forno su una pirofila rivestita di carta forno bagnata, strizzata e leggermente unta d'olio. Ho usato entrambe le cotture, ma mi sembra che quella alla piastra esalti il sapore del pesce evitando che si impasti troppo con quello dello speck.

Impiattare disponendo sul fondo le fettine di rape, su queste una manciata di insalatina (condita con olio evo, sale, pepe e qualche goccia di limone), e per ultimi gli involtini.

venerdì 21 gennaio 2011

Pasta al forno con cavolfiore aromatico e crumble al formaggio

Pasta al forno con cavolfiore aromatico e crumble al formaggio, salva ed aglio

Quando mi hanno regalato l'ultimo libro di Jamie Oliver (Jamie's 30 minute meals)... ho iniziato subito a sfogliarlo perchè m'incuriosiva troppo. Trovo particolare e divertente l'idea e la sfida: cucinare non dei piatti ma dei menù completi in 30 minuti, spendendo poco e magari anche senza essere maghi in cucina.

Non ho ancora provato a cronometrare un menù, e sulla fattibilità dell'impresa in rete si spendono già le polemiche (qui ne parla anche Alessandra del blog Menù Turistico). Intanto una ricettina l'ho provata subito, anzi l'ho stravolta subito  ;)

Avevo un cavolfiore in frigo, ma la proposta della pasta che compare nelle prime pagine,  con il cavolfiore gratinato mi sembrava un tantino scontata; anche l'aggiunta dell'immancabile pancetta abbrustolita, da buon inglese, non bastava a risvegliare il mio interesse, anzi non mi convinceva proprio.

E poi sia mai che seguo una ricetta alla lettera... ;)
E quindi via con le varianti. Il cavolfiore, per esempio: lo volevo un po' meno forte ed aromatico; con curcuma e coriandolo non solo il sapore intenso è stato controllato, ma ha assunto anche una bella colorazione gialla.

E poi il crumble con la creme fraiche... troppi grassi e troppo... pastone. Ecco allora a fianco dell'aglio la salvia che ne sottolinea l'aromaticità, domandone il permanente sapore in bocca.

Via anche la pancetta, altri grassi che appesantiscono il piatto.

Pasta al forno con cavolfiore aromatico e crumble al formaggio, salva ed aglio


Inutile dire che appena infornata questa pasta ha riempito la casa di un profumo buonissimo e nel piatto ha dato davvero un sacco di soddisfazione, profumata, speziata morbida e croccante... quello che ci vuole, alla faccia delle giornate nebbiose e fredde ;)

E poi un piatto sano oltre che buono. Importante la presenza del cavolo (di cui ho già parlato) e dell'aglio che si combina con la curcuma per potenziare il suo effetto sulla fluidità del sangue (antipertensivo) e sulla riduzione del colesterolo.
Inoltre la curcuma è un potente antiffiammatorio, antiossidante, anticoagulante, antidiabetogena, potente protettore epatico, in grado di proteggere dall'invecchiamento le cellule nervose ed, secondo diversi studi, in grado di inibire la crescita di diversi tipi di cellule tumorali.
Unico difetto... macchia in modo irreversibile qualunque tessuto quindi: occhio alla tovaglia ed alla camicia  :)
 

Ingredienti
Per 3 persone 
  • 240 gr di pennette o mezze penne rigate di buona qualità, che tengano la cottura (io adoro la Garofalo, e voi cosa usate ???)
  • 1/2 cavolfiore, bello bianco e compatto
  • 1/3 cucchiaino di curcuma
  • 1/3 cucchiaino di semi di coriandolo in polvere
  • sale e pepe
  • olio evo (extra vergine d'oliva)
  • 3 fette di pan carrè
  • 1 manciata abbondante di formaggio grana grattuggiato
  • 1 pezzetto di formaggio media stagionatura (50-100 gr)
  • 3/4 foglie di salvia tritate
  • 1 spicchio d'aglio tritato
  • 1/2 peperoncino (facoltativo)
  • olio evo
Preparazione
Accendete il forno a 200°C e mettete a bollire due pentole d'acqua e sale. In una delle due, quella dove cucinerete il cavolfiore, mettete la curcuma ed il coriandolo.
Intanto che l'acqua raggiunge il bollore, tagliate le cime del cavolfiore in ciuffetti non troppo grandi (non buttate il torsolo, con quello si fanno certe zuppette... magari con cavolo, carote, patate, finocchio e topinambur... Fantastiche).
Assaggiate l'acqua aromatizzata e controllate che il sapore sia intenso ma non fastidioso. La curcuma può essere molto forte, quindi se necessario buttate parte dell'acqua e rabboccate.
Quando le due pentole bollono, versate il cavolfiore in quella aromatizzata e la pasta nell'altra.
Intanto preparate il crumble versando nel robot il pan carrè senza crosta spezzettato, il formaggio grana ed il formaggio stagionato tagliati a pezzettini, le foglie di salvia e l'aglio e se lo gradite il peperoncino a pezzettini.
Iniziate frullando a secco e poi aggiungete poco olio alla volta fino a raggiungere la consistenza di un crumble, con delle belle briciolone compatte.
Quando la pasta sarà cotta scolatela, e passatela in una padella con 2 cucchiai d'olio, il cavolfiore e fate saltare a fuoco vivace per un paio di minuti.
Aggiungete poca acqua calda (un mestolo) e continuate a saltare fino a quando il cavolfiore inizierà a disfarsi.
A questo punto aggiungete anche uno o due pugni del crumble in modo che con l'acqua presente formi un densa crema che legerà il tutto.
Versate in una teglia da forno, mescolando con 1/3 del crumble, quindi ricoprite con il restante crumble.
Passate in forno, magari solo con il grill acceso, fino a formare una deliziosa e profumatissima (grazie ad aglio e salva) crosticina e servire subito.

lunedì 17 gennaio 2011

Merluzzo "gustosissimo" con insalata di arance, prezzemolo e zenzero con aceto balsamico

Merluzzo con arancia, prezzemolo e zenzero con patate


Questa ricetta l'ho pensata tra l'altra sera, mentre preparavo il doppio piatto di merluzzo, e ieri sera.

E' successo, come al solito, che mentre tritavo il prezzemolo fresco mi sono fatto rapire dal suo profumo. Adoro quest'aroma, e così ne ho tenuto un rametto sul piano di lavoro in cucina ed ogni volta che ci passavo vicino ne prendevo una foglia, la spezzavo e mi ci profumavo le mani.

Direte che non sono proprio del tutto a piombo ? Aspettate a sentire il resto :)
Si perchè ogni volta che riodoravo il prezzemolo, m'immaginavo quanto poteva essere buono con l'aglio, ma anche con lo zenzero non doveva essere male, e se il zenzero stà bene con l'arancia, perchè non anche il prezzemolo, e....

Non vi tedio oltre con i miei voli pindarici ma vi assicuro che dopo questa preparazione non penserò mai più che il merluzzo sia un pesce da ospedale o da malaticci.
Con la presenza di prezzemolo, zenzero ed arancio ha acquisito un aroma ed un gusto... incredibile. Anche la cottura, con pochi grassi e comunque non fritti, ha garantito un piatto leggero e digeribile.

Insalata di arance, prezzemolo e aglio con aceto balsamico


Per un piatto così aromatico, serviva qualcosa di speciale per accompagnarlo, e l'insalata l'ho davvero.... dipinta con le papille: ho iniziato con i sapori che avevo in mente, aggiungendone uno alla volta sulla lingua: troppo divertente  :)

Ho iniziato masticando una foglia di prezzemolo ed un pezzettino d'arancia: buono, strano ma buono il mix dell'aroma vegetale e dell'agrodolce.
Poi ho riprovato aggiungendo ad arancia e prezzemolo l'aglio: buonissimo, con l'aroma forte dell'aglio crudo che sottolinea la freschezza dell'arancia ed il vegetale del prezzemolo.

E poi l'ultimo spericolato accostamento: l'aceto balsamico. Premetto che non sopporto l'aceto, ma avevo lì in bella vista, dallo scorso anno un'ampollina che mi ha regalato Natalia (del blog Tempo di cottura), durante il suo laboratorio di cucina per bambini nell'evento di presentazione della Cometa Pasticciona.
E se anche da solo è qualcosa di buono oltre ogni possibile descrizione (grazie grazie Natalia), nell'insalata con arancia, prezzemolo ed aglio è risultato qualcosa di ... fantastico!!!

insalata di arance, prezzemolo e aglio con aceto balsamico


Davvero un piatto che mi ha riempito di allegria ed energia... un po' troppo visto che tra poco devo andare a dormire, ma che soddisfazione.

Adesso resta solo da capire come procurarmi ancora un po' di questo nettare brunito ;)

Una nota sull'aglio: so che l'idea di consumarlo alle volte terrorizza per i suoi "effetti secondari". Però bisogna ammettere che è un vero alimento medicina, in grado di rendere più fluido il sangue e di abbassa la pressione; inoltre favorisce l'eliminazione del colesterolo, azione sostenuta anche dall'olio d'oliva presente nel piatto. Quindi ogni tanto... si può fare  ;)


Con queste ricette partecipo al contest Gli Agrumi proposto da Cinzia del blog "Il ricettario di Cinzia"

ilricettariodicinzia

Merluzzo con prezzemolo, arancia e zenzero

Ingredienti
  • 1 filetto di merluzzo da 150 gr circa
  • 1/2 cucchiaio di zenzero fresco grattuggiato
  • le zeste di 1/2 arancia
  • 1 mazzetto di prezzemolo
  • 1 cucchiaio d'olio extra vergine d'oliva (evo)
  • 1/2 patata piccola da forno
  • sale, meglio se aromatizzato all'arancia
Preparazione
Mettete il filetto a cuocere su un lato in una padella antiaderente a fuoco dolce per 4-5 minuti.
Intanto tagliate la buccia, solo parte colorata (zeste) dell'arancia e tritartea con il prezzemolo. Sbucciate un pezzetto di  zenzero e grattuggiatelo. Amalgamate il tutto con 1 cucchiaio d'olio d'oliva.
Sbucciate ed affettate molto finemente la patata.
Trascorsi i 5 minuti, quando il pesce comincerà a rilasciare i suoi sughi, salatene la superficie cruda, giratelo e cospargetelo con il trito e coprite con le patate, spolverizzando con altro sale.
Continuate la cottura per circa altri 5 minuti a padella coperta alzando leggermente la fiamma. Se necessario continuate per 1 minuto a padella scoperta e fiamma vivace per asciugare il fondo di cottura.


Insalata d'arance con prezzemolo, aglio, arancia e zenzero con aceto balsamico

Ingredienti
  • 1/2 arancia pelata al vivo
  • 2 ciuffetti di prezzemolo
  • 1 pezzetto d'aglio
  • aceto balsamico di ottima qualità
Preparazione
Pelate al vivo l'arancia (niente buccia, niente pellicine); tritate prezzemolo ed aglio ed aggiungeteli alle arance. Mescolate bene il tutto, quindi impiattate versando a filo poco aceto balsamico: non esagerate, i gusti non devono annullarsi ma anzi esaltarsi l'un con l'altro.

sabato 15 gennaio 2011

Merluzzo e porri: una base due ricette

Involtini e mantecatura di merluzzo


Ieri sera mi son gustato del pesce: era dalla mattina che ci pensavo, ed avevo anche già in mente come prepararlo.

Questa settimana avevo già provato a preparare un filetto di merluzzo in crosta e mi era piaciuto: abbastanza economico, facile e veloce da preparare, molto molto magro ed ipocalorico, "poco odoroso" (requisito indispensabile se non voglio essere messo alla gogna, anzi peggio, abbandonato in "pergolo", tutta la sera).

Però stasera avevo in mente qualcosa di diverso: mi erano avanzate le foglie grandi di un paio di cespi di cime di rapa.

Non so perchè, ma mi stuzzicava e mi pregustavo il delicato amarognolo delle cime che avvolgono un ripieno dolce/salato: patate e porro per la dolcezza , capperi ed olive per il salato, e su tutto il sentore del mare portato dal merluzzo.

Siccome temevo, anzi ero quasi certo, che potesse non essere proprio gradito il particolare gusto delle cime di rapa, ho pensato ad una doppia preparazione.

Non avevo molto tempo però, quindi partendo dalla stessa base, ho realizzato due ricette completamente differenti: in poco più di mezz'ora un bel doppio piatto. Da rifare :)

Brevemente, la base è stata una preparazione semi-stufata di porro, gustoso ma più delicato di altre liliacee, sul quale viene poi cucinato il merluzzo.

Prima di completare la cottura del merluzzo, ho diviso in due parti. Una metà l'ho usata per preparare gli Involtini di cime di rapa e merluzzo, che sono stati ripassati in forno.
L'altra metà, invece, l'ho usata per preparare il Merluzzo mantecato al latte di mandorla, dove alla prima mantecatura con latte vaccino ne ho fatto seguire una più veloce con il latte di mandorla.
Il risultato è un piatto morbido e delicato, adatto per accompagnare una fetta di pane o di polenta abbrustoliti e croccanti (meglio la polenta, ma non ne avevo di pronta).

Ho usato il termine "semi-stufatura" del porro, lo faccio per distinguerla dal classico soffritto. Per evitare la pesantezza dell'olio fritto e la caramellatura del porro (che assumerebbe un colore ed un gusto intenso) lo faccio appena appassire con pochissimo olio, a fiamma dolcissima, giusto 2-3 minuti. Poi aggiungo subito dell'acqua e del sale e completo la sua cottura, fino a che diventa tenero.
Tra l'altro questo consente, aggiungendo poi il pesce, che il porro già in parte fritto, finisca per bruciarsi e dare un cattivo gusto anche al pesce.


Involtini di cime di rapa e merluzzo

Involtini di cime di rapa e merluzzo

Ingredienti
Per una persona
  • 1 filetto di merluzzo da 150 gr
  • 4 grandi foglie di cime di rapa (o 8 di medie)
  • 2 piccole patate farinose (tipo quelle da gnocchi o da purè)
  • 1/2 porro (solo la parte bianca)
  • 1 cucchiaio di capperi dissalati
  • 6-7 olive denocciolate
  • 1 manciatina di pinoli
  • 1 cucchiaio d'olio evo
  • sale e pepe 
Preparazione

Accendete il forno alla massima temperatura. Pelate le patate e mettetele a cuocere al vapore nella pentola  a pressione (7 minuti e sono pronte). Su un altro fuoco mettete a bollire dell'acqua salata.

Affettate finemente il porro e mettetelo in padella con il cucchiaio d'olio a fuoco bassissimo per 2-3 minuti fino a quando non comincerà a diventare trasparente.
Aggiungete quindi mezzo bicchiere d'acqua scarso, una presa di sale e continuate a stufarlo a fuoco vivace fino a quando non sarà ben cotto ed il fondo ben ristretto. Se fosse necessario aggiungete poca acqua per volta. Dovrebbero bastare 5 minuti circa.

Intanto che il porro cuoce, lavate per bene le foglie delle cime di rapa, riducete con uno speluchino lo spessore delle coste più dure e sbollentatele in acqua salata per 20-30 secondi, quanto basta per ammorbidirle.

Quando il porro è pronto dovrebbero esserlo anche le patate che potete schiacciare e mettere da parte a raffreddare.

Aggiungete al porro il filetto di merluzzo a pezzettoni. All'inizio giratelo in modo che si cuocia da ambo i lati. Poi, quando vedrete che inizia a sfaldarsi, fate continuare la cottura mescolandolo di tanto in tanto.
Serviranno non più di 5 minuti di cottura per arrivare al punto giusto: ovvero cotto ma non del tutto. Salate poco prima di toglierlo dal fuoco.

Mentre cuoce, tritate grossolanamente le olive ed i capperi e mescolateli alle patate con metà dei pinoli.

Quando anche il merluzzo sarà pronto, aggiungetelo al composto di patate e amalgamate bene. Dividete in 4 parti ed usate ogni parte per farcire una foglia che ripiegherete su se stesse (tipo i classici involtini con foglie di vite).
Mettete gli involtini in una pirofila appena unta, spennellateli con poco olio e versatevi sopra i pinoli.
Mettete in forno e passate sotto il grill per qualche minuto, quanto basta per far colorire le foglie senza seccarle o bruciarle.



Merluzzo mantecato al latte di mandorla

Merluzzo mantecato al latte di mandorla

Ingredienti
Per una persona
  • 1 filetto di merluzzo da 150 gr
  • 1/2 porro (solo la parte bianca)
  • 1 cucchiaio d'olio evo
  • 1/2 bicchiere di latte vaccino
  • 1/3 di bicchiere di latte di mandorla
  • 1 cucchiaino di amido di mais (facoltativo)
  • sale e pepe
  • 1 fetta di pane o due fette di polenta
Preparazione



Mettete il pane o la polenta ad abbrustolire sulla piastra.

Intanto preparate i filetti con i porri come visto nella ricetta precedente.

Continuate la cottura a fuoco vivace, aggiungendo metù del latte e mescolando quanto più spesso ed energicamente possibile.
Quando il latte sarà quasi tutto finito, aggiungete il restante latte e procedete nello stesso modo.
Quando anche questo sarà quasi asciutto ed il merluzzo ben sfaldato ed ammorbidito, quasi cremoso, procedete con l'ultima mantecatura con il latte di mandorla.

Se volete, appena tolto dal fuoco, potete aggiungere l'amido e mescolare velocemente: questo consente di legare meglio il latte rimasto con il pesce, evitando che poi si separino quando li mettete nei piatti.

Servite con il pane o la polenta, cospargendo col pepe.

mercoledì 12 gennaio 2011

Crema di cavolo nero e porri con passatelli di castagna

crema di cavolo nero e porri con passatelli di castagna


Il cavolo nero che non sono riuscito ad usare con le Lasagne al ragù di cortile, è finito la sera a comporre un saporitissimo piatto.

Mi faceva davvero troppa voglia, e non volevo aspettare fino a quando, aprendo il frigo, con un groppo alla gola mi sarei reso conto che ormai era andato....

No no, andava usato subito, così bello scuro e carnoso. Non mi andava di usare il classico abbinamento con le patate, che si sa, stanno bene con tutto e legano, ma avrebbero smorzato quel bel gusto vegetale molto intenso del cavolo nero.
Così ho pensato di abbinarlo al porro, più delicato della cipolla e quindi secondo me più adatto a fargli da spalla.

E siccome proprio la mattina mi aveva incuriosito una variante della ricetta dei passatelli (indovinate un po' ? sempre sulla rivista Cucina Naturale), dove veniva usata la farina di ceci e di grano saraceno, mi son detto: "allora pastrocchio anch'io".
Così ho pensato di realizzare questi passatelli alle castagne, che con il dolce del frutto ha ben accompagnato e bilanciato il sapore intenso e vegetale del cavolo.
Purtroppo non avendo l'apposito attrezzo, li ho dovuti fare a mano e come vedete... sono molto irregolari. Ma va bene lo stesso, anzi, fa più rustico ;)

Insomma un piattino serale leggero ma saporitissimo e pieno pieno di salute. Ai benefici del cavolo, che come tutte le crocifere è ricco di sostanze antiossidanti, antitumorali e di fibre, si aggiungono quelli del porro: ricco d'acqua e fibre si combina con l'azione del cavolo nella diuresi e nalla regolazione dell'intestino, con la vitamina C sostiene le funzioni antiossidanti e di sostegno al sistema immunitario del cavolo.
Inoltre la presenza di sodio lo rende un naturale antiacido e quella di zolfo aiuta a contrastare i gas intestinale. Completano ferro, magnesio, potassio e fosforo... insomma non manca niente a questa verdura, cosa aspettate a comprarla :))))

crema di cavolo nero e porri con passatelli di castagna_

Per chiudere, anche se potrebbe starci bene l'uso di un brodo vegetale, io ho usato un leggerissimo brodo di carne fatto con gli avanzi del ragù del cortile (le ossa di una coscia); della serie non si butta proprio niente ;)


Domanda domandina

Secondo me non ci dovrebbe star male del coriandolo macinato nella crema, magari verso il fine della cottura. Voi avete mai provato questo abbinamento ? Che ne pensate ? Nel senso, vi tenta o vi fa inorridire l'idea ?

Ingredienti
Per due persone
  • 1 porro
  • 1 cavolo nero (non troppo grande)
  • brodo (vegetale o di carne)
  • sale e pepe
  • olio evo
per i passatelli
  • 100 gr di farina di castagne
  • 1 uovo
  • noce moscata
  • una bella manciata di grana grattuggiato
  • sale
  • acqua q.b.
Preparazione
Affettate il porro e fatelo appassire dolcemente con poco olio. Solitamente si raccomanda di usare solo la parte bianca, più delicata, ma visto il gusto intenso del cavolo, io direi di usare anche un bel po' della parte verde.

Dopo qualche minuto aggiungete le foglie del cavolo, private delle coste più dure ed affettate. Non buttate coste e torsolo, tenetele invece da parte per la prossima minestra di verdure, ne guadagnerà in sapore.
Fate insaporire mescolando per 5 minuti almeno, quindi versate il brodo fino a coprire le verdure e continuate, dal bollore, la cottura coperta a fuoco medio.

Intanto passate a preparare i passatelli facendo la fontana con la farina di castagne mescolata al grana, versandovi al centro l'uovo, il sale e la noce moscata. Impastate fino ad ottenere un impasto morbido ma compatto, aiutandovi aggiungendo poca acqua se necessario.

Fate riposare l'impasto per 20-30 minuti avvolto nella pellicola, quindi se avete l'apposito attrezzo ricavatene i passatelli. Se, come me, non l'avete, formate con le mani dei sottili bigoli (rotolini da 3-4 mm di diametro), aiutandovi nella lavorazione con della farina di grano se tendesse ad appiccicare.
Tagliate poi i passatelli alla misura di 7-8 cm e lasciateli riposare.

Quando le verdure saranno ben cotte, frullatele finemente e lasciatele insaporire dolcemente ancora un pochino, mentre cuocete (5-10 minuti bastano) i passatelli nel brodo.

Impiattate la crema e versate al centro un pugno di passatelli.

lunedì 10 gennaio 2011

Insalata di finocchio, arancia e.... liquirizia

insalata di finocchio, arancia e liquirizia_


Ancora non capisco come mi vengono certi abbinamenti; è che.... li sento in bocca ed in testa.
Come stasera, mentre stavo pensando a quel finocchio fresco che avevo in frigo, bello croccante e rinfrescante, l'ideale dopo una bella zuppa ristoratrice ma calda e scaldante (di cui vi parlerò presto).

Fatto sta che immaginando all'aroma del finocchio mi è venuto a mente quello dell'anice, e da questo quello della liquirizia. Ci ho pensato un po' su e mi sembrava si potesse fare: liquirizia e finocchio, quasi intrigante come abbinamento.

Però mi mancava ancora qualcosa, per tenere a freno il sapore amaro ed intenso della liquirizia, come dev'essere quella purissima. L'arancia, ecco quello che serviva; anche questa è saltata fuori quasi da sola, ma ero certo che con quel suo agrodolce fosse quello che ci mancava.

insalata di finocchio, arancia e liquirizia


Il piatto era ormai... dipinto: il fresco, croccante ed aromatico finocchio, la saporita ed amara liquirizia, il dolce ed agro dell'arancia.

Vi assicuro che le aspettative sono state tutte abbondantemente soddisfatte: quest'insalata è intrigante, divertente, colorata e buonissima.

Inutile dire che fa anche bene: la capacità di stimolare le difese immunitarie ed il potere antiossidante dell'arancia sono ben note (magari un po' meno i benefici per la pelle). Ma anche il finocchio non è da meno: ideale per chi è a dieta, sazia rapidamente ed è un ottimo diuretico, quindi ottimo in questi post-festività.

Ultima nota: se osservate, le dosi che propongo sono per una sola persona; ovviamente non potevo pensare che la consorte potesse gradirla, ed invece... dopo il primo assaggio, anzi il secondo, ha espresso il fatidico verdetto: "Buona".

La prossima volta mi sa che raddoppio le dosi  :) 

Con questa ricetta partecipo al contest Gli Agrumi proposto da Cinzia del blog "Il ricettario di Cinzia"

ilricettariodicinzia




Ingredienti
Per una persona
  • 1/2 finocchio
  • 1/2 arancia non trattata
  • 1/2 limone non trattato
  • 2-3 pezzettini di liquirizia purissima
  • 1-2 cucchiaio di olio evo
  • 1/2 cucchiaino di semi d'anice (facoltativo)
Preparazione
Affettare il finocchio finemente, ma non troppo: non a velo per intenderci. Mano a mano che si affetta metterlo in acqua ghiacciata, così non scurirà e si manterrà croccante.

Intanto rompere la liquirizia in scaglie piccole e metterla, con pochissima acqua, un cucchiaino circa, in una ciotolina. Scaldare il tutto a bagno maria e, mescolando, far sciogliere il più possibile la liquirizia.
Togliere il concentrato di liquirizia dal fuoco e farlo raffreddare.

Ricavare le zeste (scorzette senza il bianco) da limone ed arancia, spremere il succo dal limone e pelare al vivo l'arancia tagliandola poi a pezzetti.

Scolare ed asciugare bene il finocchio e mescolarlo all'arancio.

Preparare il condimento mescolando limone, liquirizia ed olio: qui dovete per forza assaggiare e regolarvi secondo il vostro gusto, cercando di bilanciare l'agro del limone con il sapore intenso ed amaro della liquirizia.
Versare il condimento a filo sull'insalata e decorare con le zeste.
Se lo gradite, spolverizzate con i semi d'anice pestati al mortaio.

    sabato 8 gennaio 2011

    Lasagne di mais e zafferano al ragù di cortile

    lasagne di mais e zafferano con ragù di cortile


    Era un po' che volevo provare questo piatto. A dire il vero l'avevo studiato un po' diverso, ma il poco tempo rimasto dopo i compiti (non i miei, io purtroppo la scuola l'ho finita), la spesa e le varie commissioni, non mi ha consentito di farlo proprio come volevo, ovvero con lasagne bicromatiche.

    Ho preparato quindi solo una delle due, cioè una lasagna di mais profumata allo zenzero zafferano, davvero buona e consistente, ed al tempo stesso colorata, di un giallo intenso, ed in grado di profumare il piatto.

    Quella che non sono riuscito a preparare è stata la lasagna al cavolo nero, che doveva esaltare i contrasti di colori e dare un sapore intenso e vegetale al piatto. Ma non ho buttato il cavolo, e nel prossimo post vi mostrerò come sono riuscito comunque a godere di questa delizia dell'orto.

    Per il ragù, attento come sono ultimamente a cosa mangio, non volevo qualcosa di pesante, ma doveva essere comunque saporito.
    Avevo pensato a carni bianche (pollo e faraona), arricchite dagli aromi che tipicamente troviamo nei cortili, addolcite e legate dalla zucca, immancabile nella mia cucina in questo periodo.

    Ho scelto di non usare il petto del pollo ma il cosciotto: volevo "vedere" il pollo che usavo e poi volevo una parte gustosa e non stoppacciosa come il petto.
    Ma quando ho finito di spolparlo... mi son reso conto che era più grande del previsto, e quindi la faraona aspetterà domenica per fare la sua bella figura :)

    Per la cottura della pasta, poi, ho voluto seguire i consigli di Simone Rugiati: sbirciando il programma Io, me e Simone su Cielo, l'ho visto proporre la cottura della pasta direttamente con il sugo.
    Essendo la pasta fresca la cosa era ancora più facile, ed è bastato allungare con il brodo preparato con le ossa del pollo e qualche verdura.

    Con questa tecnica la pasta, oltre ad aiutare ad amalgamare il fondo, assorbe sapori e, nel mio caso, li rilascia. Infatti parte dell'aroma dello zafferano è passato dalla pasta al sugo, lasciando alla pasta prevalente il gusto del mais.

    lasagne di mais e zafferano con ragù di cortile_

    Alla fine la combinazione è risultata davvero saporita seppur leggera: carni bianche, molte verdure solo grassi vegetali; giusto l'uovo porta un po' in su il colesterolo, ma parliamo di meno di 1 uovo a testa, e consumare fino a 2 uova alla settimana è una regola consigliata.
    Ingredienti
    Ingredienti per 3 persone

    per le lasagne (abbiamo avanzato qualcosa)
    • 80 gr di farina fioretto di mais
    • 120 gr di farina di grano tenero
    • 2 uova medie
    • sale
    • qualche pistillo di zafferano
    per il ragù
    • 1 cosciotto di pollo
    • odori di cortile (1 foglia di alloro, 2 foglie di salvia, 1 rametto di rosmarino)
    • 1 bella fettona di zucca
    • 1 scalogno
    • 1/2 cipolla piccola
    • 1/2 carota
    • 1/3 di costa di sedano
    • 1 spicchio d'aglio
    • 1/2 bicchiere di vino bianco o rosato
    • 2/3 bicchiere di latte
    • qualche fungo secco frullato
    • olio evo
    • sale
    per il brodo
    • 1 carota
    • 1 piccola cipolla
    • 1/2 costa di sedano
    • 4 chiodi di garofano
    • 4 grani di pepe
    • 1 foglia di alloro
    • sale
    Preparazione
    Iniziate spolpando il pollo e macinandolo con il coltello.

    Mettete da parte la polpa e preparate il brodo immergendo le ossa ed i cicciolini di carne e tendini avanzati (non la pelle) nell'acqua con carota e sedano tratati, gli aromi ed il sale (non esagerate, perchè il brodo si ridurrà). Appena prende il bollore aggiungete anche i grani di pepe e la carota infilzata con i chiodi di garofano. Continuate la cottura facendo sobollire e schiumando spesso.

    Passate quindi al ragù, tagliando a dadini piccoli cipolla, scalogno, sedano e carota.
    Mettete il trito ad ammorbidirsi con poco olio a fuoco dolcissimo per 3-5 minuti.

    Aggiungete quindi la carne e l'aglio e fate dorate leggermente mescolando.
    Aggiungete la salvia tritata, il rosmarino a ciuffi e l'alloro.
    Dopo qualche minuto bagnate con il fino e fate andare dolcemente fino a quando sarà completamente assorbito.

    Aggiungete quindi la zucca tagliata a dadini un po' più grossi delle altre verdute, fate insaporire e bagnate con un po' del brodo che state preparando.

    Dopo 5-10 minuti aggiungete anche il latte e dopo qualche minuto la polvere di fungo.
    Completate la cottura, fino ad arrivare ad avere la zucca non completamente cotta ma che comincia a disfarsi ed addensare il fondo.

    Preparare quindi le lasagne con il classico sistema della fontana con le farine setacciate e mescolate in cui versare l'uovo, il sale ed i pistilli di zafferano.
    Impastate per 10-15 minuti fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico. Avvolgete nella pellicola e lasciate riposare per 20-30 minuti.

    Tirare la sfoglia sottile, arrotolarla e tagliarla per ottenere le lasagne.

    Per la cottura, mettere il ragù in una padella sufficientemente larga per contenere tutte le lasagne.
    Dare una veloce scottata (1 minuto) nel brodo alle lasagne, quindi aggiungerle al sugo e bagnare con abbondante brodo.
    Completate la cottura coperta mescolando spesso, aggiungendo brodo se necessario e controllando la cottura.
    Completate la cottura scoperta e facendo asciugare il fondo alla consistenza di una crema.

    mercoledì 5 gennaio 2011

    Zuppa piccante di lenticchie e pane

    zuppa piccante di lenticchie e pane


    Dopo un bel San Silvestro, passato a cucinare e ... far cucinare, devo dire che abbiamo avanzato un po' di cosine.

    Tra tutte, una valanga di lenticchie: del resto se faccio i miei conti e dico "Metti a bagno 200 gr di lenticchie", ma poi ne vengono messe a bagno 500 gr... qualcosa avanza.

    A parte che adoro le lenticchie, e quindi in fondo non mi è davvero dispiaciuto averne avanzate, devo anche dire di averle fatte in questi giorni in diversi modi. Certo male non fanno, essendo un'ottima fonte di minerali (ferro e fosforo) e vitamine del gruppo B: insomma una bella botta di energia per fisico e mente.
    Essendo poi ricche di fibre non possono che aiutare in questi giorni di... recupero post bagordi.

    Tra le diverse preparazioni, questo mi è piaciuto molto. Innanzitutto la lenticchia qui domina il piatto, anche se a sostenerla è il sapore deciso dell'Harissa, una salsa nord africana davvero piccantissima e molto aromatica, a base di peperoncini e spezie.
    Se amate il kebab, vi sarà capitato di sentirvi proporre salse più o meno piccanti; in genere hanno tutte una base di harissa.

    Devo dire che così proposte sono state davvero una goduria, e mi hanno ricordato, con leggerezza, i sapori ed i colori magrebini e mediorentali.

    Se poi alla zuppa aggiungiamo un pane come quello al farro integrale dell'agriturismo Le Valli... le manca solo la parola.

    zuppa piccante di lenticchie e pane

    Ingredienti
    Per due persone
    • 200 gr di lenticchie di montagna bagnate
    • 2 fette di pane raffermo, possibilmente integrale
    • 1 cipolla media
    • 1/2 spicchio d'aglio
    • 1 punta di cucchiaino di Harissa
    • 100 gr di passata di pomodoro
    • 1/2 cucchiaino di origano secco
    • brodo vegetale
    • olio evo
    • sale
    Preparazione
    Affettate finemente la cipolla e mettetela ad appassire dolcemente in poco olio evo.
    Dopo 3-5 minuti aggiungete l'harissa e l'aglio, fate insaporire quindi aggiungete la passata di pomodoro.
    Fate asciugare sempre dolcemente quindi aggiungete le lenticchie e l'origano.
    Dopo qualche minuto aggiungete del brodo vegetale e proseguite la cottura fino a quando le lenticchie inizieranno a rompersi.
    A questo punto aggiungete anche il pane tagliato a cubettini piccoli, fategli assorbire il brodo ed ultimate la cottura mescolando con energia, fino ad addensare la zuppa.
    Servite con fettine di pane tostato, e se volete contrastare il sapore intenso del piatto, con una cucchiaiata di crema fatta con ricotta lavorata con poco latte.