venerdì 25 febbraio 2011

Riapre la Cucina con Pasta e faglioli... rovesciata

Son tornato, finalmente, e con me la nuova cucina. Non ne potevamo più di vivere "accampati" nei pochi metri quadrati della sala da pranzo, circondati da scatoloni.

A dire il vero non è ancora tutto a posto: mancano ancora alcuni pezzi, consegnati errati, devo dipingere ancora qualche parte, finire di sistemare piccole cose nell'impianto elettrico.... però.... devo dire che è ... bellissima.

Sarà che è la mia prima cucina, intendo acquistata e non ereditata, ma la trovo proprio bella: un sacco di spazi dove mettere tante cosine, un fornello enorme, un bel forno, e poi... bella.

Devo ammettere che se ci non fosse stata un'occasione incredibile, se non ci fosse stata mia sorella a fornirci a prezzo di produzione le pietre per i rivestimenti, se non ci fossimo arrangiati a fare tutti i lavori... probabilmente non l'avremmo mai cambiata.

Per ora vi posto qualche anteprima, qualche dettaglio, in attesa che sia completata...

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Ed ovviamente non potevo non lanciarmi subito sui fornelli, stanco com'ero di cucinare al microonde. Volevo postare, anche per ringraziarvi per il sostegno ed i consigli, e l'ho fatto anche se le foto, nella fretta e nella confusione, non sono venute un granché.

Veniamo al piatto: l'idea me la stavo costruendo da stamattina, quando al mercato ho trovato dei bellissimi fagioli di Lamon, già bagnati e pronti alla cottura.

Stasera pasta e fagioli quindi ma... eh si, c'è un ma: questa volta non è la pasta a finire nel minestrone di fagioli ma, al contrario, è la pasta a contenere il minestrone.

Pasta e fagioli rovesciata

E visto che proprio pochi giorni fa ho acquistato dei coppapasta, perchè non sfruttarli per dare la forma a questa mega pacchero in grado di contenere questa densa delizia.

Pasta e fagioli rovesciata
La ricetta davvero non è nulla di particolare, e nel complesso, grazie alla pentola a pressione, davvero veloce (35-40 minuti circa).


E poi un bel piatto ricco delle proteine del fagiolo che consentono di evitare carne o latticini per una sera.
Inoltre il fagiolo è anche ricco anche di fosforo, ferro, potassio, calcio e vitamina B quindi nel complesso una notevole fonte di energia ed un rigenerante cellulare.
Energia pulita comunque, visto che le sue fibre aiutano nell'assorbimento dei grassi, riducendo il livello di colesterolo nel sangue.

La pasta la sera non è l'ideale, ma è poca e può sostituire il pane quindi va benissimo e poi... devo prendere qualche chilo o dovrò cambiare il titolo del blog in La Cucina di Albertino... ma questa ve la racconto un'altra volta  ;)

Ingredienti
Per 3 persone
  • 300 gr di fagioli secchi già bagnati (almeno 12 ore)
  • 300 gr di patate
  • 1 carota
  • 1/2 cipolla
  • 1 costa di sedano
  • 1 spicchio d'aglio
  •  1 rametto di rosmarino, foglie di salvia, 1 ciuffo di timo, 1 foglia d'alloro
  • olio evo
  • sale
  • poco peperoncino
  • 1 cucchiaio di concentrato di pomodoro (facoltativo)
  • sfilacci di carne secca o speck (facoltativo)
  • 50 gr di farina 00
  • 50 gr di farina integrale
  • 1 uovo
  • 1 pizzico di sale
Preparazione

Mettete a cuocere i fagioli in pentola a pressione con l'alloro in abbondante acqua poco salata e calcolate 5 minuti dal primo fischio.

Intanto pelate le patate e tagliatele a tocchetti. Tagliate a piccoli cubettini anche carota, cipolla e sedano e metteteli a cuocere a fuoco dolcissimo con 1 cucchiaio d'olio e poca acqua.

Aggiungete nella pentola a pressione le patate ai fagioli e calcolate 15 minuti dal primo fischio.

Tritate gli aromi ed aggiungeteli al soffritto con poco peperoncino e, se vi piace, anche il concentrato di pomodoro. Aggiungete se necessario poca acqua.

Nel frattempo mettete a bollire poca acqua salata e preparate l'impasto per la pasta amalgamando bene l'uovo alle farine setacciate ed al sale. Lavorate per 5 minuti e poi lasciate riposare nella pellicola.

Patate e fagioli saranno pronti, quindi passatene metà al passaverdure ed aggiungete il purè al soffritto. Aggiungete anche il brodo di cottura di fagioli e patate. Continuate la cottura per 10 minuti circa, fino a quando il minestrone non sarà bello denso ed omogeneo.

Le restanti patate e fagioli possono essere essere aggiunte subito al minestrone, ma potrebbero sfaldarsi prima di finire la cottura, quindi c'è chi preferisce aggiungerli dopo 5 minuti.

Mentre il minestrone finisce di cuocere, tirate la pasta non troppo finemente in strisce sottili, regolandovi sulla misura del vostro coppapasta e cuocetela nell'acqua salata che avevate messo a bollire, che nel frattempo avrete insaporito con uno o due cucchiai di minestrone.

Scolatela e usatela per rivestire, direttamente nel piatto, l'interno del coppapasta, foderato con carta forno bagnata, strizzata ed oliata. Fate due strati sovrapposti e non preoccupatevi se non restano ben chiusi a formare un cerchio: ci penserà poi il minestrone a dargli forma. Lasciate riposare un po' in modo che la pasta asciugandosi si attacchi bene strato su strato e si sigilli.

Nel frattempo dovrebbe essere pronto il minestrone. Se non fosse troppo denso la composizione risulterebbe difficile: aggiungete quindi poco amido di mais allungato in poca acqua per addensarlo un po'.

Riempite con il cucchiaio gli anelli di pasta e quindi lasciate riposare ancora un po', magari al freddo (questo minestrone è buono tanto freddo quanto caldo), prima di sfilare il coppapasta.

Decorate a piacere con un po' di patate e fagioli, gli aromi usati, scaglie di grana. Io ho aggiunto a parte qualche filetto sottilissimo di carne secca (le coppiette romanesche) e qualche scaglia di grana.
Mi piace richiamare quella ricchezza delle zuppe di una volta, pur senza appesantirle, quando si aggiungeva (per dare sapore ma anche grassi e sostanza) la cotenna del maiale o le croste vecchie e dure del formaggio durante la cottura.

sabato 12 febbraio 2011

Chiuso per lavori

Mi spiace annunciare che da oggi per circa una settimana il blog sarà chiuso per....

lavori in corso


... lavori in cucina  :)

Ebbene si, dopo tanto tempo io e mia moglie abbiamo trovato il compromesso che cercavamo e trovato la cucina che potesse mettere d'accordo entrambi.

Quindi, come potete vedere, ho iniziato i lavori, togliendo mattonelle, spaccando muri, mettendo mano all'impianto elettrico (voglio tanta luce e tante prese corrente ;); poi toccherà allo scrostamento, tinteggiatura, stuccatura, fino a quando arriveranno il piastrellista ed il mobiliere...

Insomma una settimana bella intensa in cui, tra l'altro, sarà un tantino difficile cucinare :(

Per oggi me la sono cavata, in pieno cantiere, con una pastasciuttina d'emergenza.

penne al cavolfiore e zafferano con bottarga


Ci voleva questa pasta con il cavolfiore allo zafferano, legato con pochissima ricotta e poi spolverizzato con bottarga di muggine; l'ideale per ridare un po' di energie a queste vecchie braccia stanche, più abituate a far saltare spaghetti in padella che ad usare mazzetta e scalpello :(

Per ora vi lascio, vi auguro buon fine settimana, ed vi do' appuntamento fra una settimana... nella mia nuova cucina.

Se intanto vi va di ... sentirmi, se non vi basta dovermi sopportare qui sul blog, potete scaricare cliccando qui la mia intervista di giovedì su Radio Radicchio.

Pasta con cavolfiore allo zafferano e bottarga di muggine

Ingredienti
Per 3 persone
  • 240 gr di pasta (io ho usato un misto di penne e gnocchetti sardi)
  • 1/3 di cavolfiore medio
  • 1 bustina di zafferano
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 cucchiaio di ricotta (meglio se di bufala)
  • abbondante pepe
  • bottarga di muggine
  • sale
Preparazione

Lessate in acqua salata e colorata con 1/2 bustina di zafferano le cimette del cavolfiore per 5-10 minuti, mantenendole un po' croccanti.
Scolatele senza buttare l'acqua di cottura, e passatele in padella aggiungendo un mestolo dell'acqua di cottura e l'aglio tritato finemente.
Mentre la pasta cuoce in acqua salata, continuare a cuocere il cavolfiore in padella, aggiungendo poca acqua di cottura alla volta se necessario.
Quando mancheranno 2 minuti alla cottura della pasta, scolatela e passatela con il cavolfiore, aggiungendo altra acqua di cottura del cavolfiore in cui avrete sciolto ancora un po' di zafferano.
Per ultima aggiungete la ricotta ed il pepe, mescolando e saltando in modo da amalgamare tutto.
Se non si formasse una bella cremina densa, aggiungete altra acqua di cottura.
Impiattate e spolverizzate con abbondante bottarga grattuggiata o a scagliette.

giovedì 10 febbraio 2011

FlatLandia vs SpaceLandia... le differenze nel piatto

flat landia nel piatto

Volevo postare qualcosa che parlasse di Differenze, il tema della puntata di Parallelamente in onda oggi alle 19.00 via web su Radio Radicchio, dove sarò ospite delle simpaticissime Eleonora e Giulia.



Un tema che secondo me calza perfettamente con la cucina, o almeno con la mia cucina: adoro infatti giocare su differenze cromatiche, di sapore, d'intensità, di consistenza, di temperatura, di cottura...
Giocare con tutti questi elementi non è solo divertente per chi cucina (ed io mi ci diverto moltissimo) ma rende più piacevole ed emozionante mangiare quello che viene proposto.

L'ho scritto anche nell'ultimo post quanto penso sia importante godere di quel che si mangia, e tutte queste differenze, le presenze/assenze, i contrasti o i crescendo di sapore

Ecco allora che l'atto di pensare diversamente anche una banalissima zuppa di verdura, la trasforma in qualcosa ricco di significato e con un valore diverso. Offrirla diventa occasione per parlare di cosa ci ha spinto a presentarla così, arricchendo quell'aspetto conviviale che tanto sa caratterizzare la dieta mediterranea.


Questa volta non ho pensato alla una ricetta partendo da quello che ho in frigo, o da un alimento che mi ispira o che ho trovo in qualche negozio, o da un profumo, da un aroma, da un gusto... ma da un ricordo, quello di un libro che mi è piaciuto tantissimo.
Non mi torna a mente perchè, pedalando verso l'ufficio, i pensieri siano volati a questo libro, ma sta di fatto che il racconto ed i personaggi non mi hanno dato tregua per tutta la giornata: dovevo raccontarli... nel piatto ;)

Il libro in questione è Flatlandiascritto nel 1884 da Edwin A.Abbott. Un racconto fantastico, bellissimo, che partendo dalla descrizione di un mondo impossibile, assurdo, a 2 dimensioni, popolato da esseri piani (triangoli, quadrati, pentagoni, ...), arriva a mostrarci la nostra incapacità ad accettare un punto di vista differente dal nostro.


Nel libro, il personaggio narrante, un Quadrato, dopo aver inutilmente cercato di spiegare agli abitanti di LineLandia (un mondo lineare ad 1 sola dimensione) l'esistenza della Seconda Dimensione, scopre che c'è un mondo completamente diverso dal suo, il mondo di SpaceLandia, un mondo con una Terza dimensione.

Nel libro il protagonista cercherà inutilmente di far conoscere l'esistenza di mondi superiori ai suoi concittadini, e non avrà più fortuna cercando di far immaginare la visione di un mondo a 4 o 5 dimensioni alla Sfera.

Alla fine verrà preso per pazzo, eretico perfino ed imprigionato a vita. Un destino d'incomprensione che toccò anche ad Abbott.
Sarà solo con l'enuciazione della teoria della relatività che si parlerà di dimensioni superiori alla terza e che il libro di Abbott verrà riscoperto.

flat landia nel piatto

Nessuna ricetta, come dicevo. Infatti per questo piatto mi sono limitato a trasformare la classica zuppa di verdure in un piatto dove tutte le verdure sono tagliate a fettine o rondelle o filetti, proprio come i personaggi di FlatLandia.

Ed a spezzare, ad irrompere in questo mondo piatto, e bidimensionale, l'uovo in camicia, la Sfera.
Beh non è proprio una sfera, ma era il mio primo tentativo di uovo in camicia; mi son sentito tanto Julie Powell quando cercava di fare il suo in Julie & Julia: mi scappava da tutte le parti e non voleva saperne di chiudersi su se stesso.

Alla fine assomigliava più ad un fiore che ad una sfera, complice anche l'intenso colore donato dallo zafferano che ho pensato di sciogliere nell'acqua di cottura.

Ma la differenza tra i due mondi si nota lo stesso, o no ?!?!  ;)

martedì 8 febbraio 2011

Spaghetti di kamut con formaggio di grotta e con crema di cavolo nero

Spaghetti di kamut con formaggio di grotta e crema di cavolo nero


"Stiamo rischiando di perderlo, dobbiamo intervenire subito..."
Sembrava il pronto soccorso di E.R., invece era la mia cucina... ma il cavolo nero che avevo per le mani andava salvato. Dopo averli dimenticati per più di una settimana nella dispensa in terrazzo, sarebbe stato davvero un peccato perdere quei due bei cespi, anche perchè  potrebbero essere gli ultimi della stagione.

Troppo maturi e morbidi per usarli in zuppe o simili, ne ho ricavato una crema concentrata con cui ho ricavato due bei piattini. Questo è il primo, semplice e veloce ma arricchito da alimenti davvero speciali.

Iniziamo dalla pasta: avevo visto la monograno Felicetti per la prima volta l'anno scorso in un contest che girava e poi in un fornaio. M'aveva subito incuriosito, e non poteva essere diversamente con il suo packaging così elegante ed essenziale lascia intendere che quel che conta è all'interno non all'esterno.

Ed in effetti non mente: questa volta ho ho trovato solo la versione al kamut che, oltre ad una cottura perfetta, per quanto io l'abbia stressato non poco, ha un sapore davvero ricco e corposo.

Spaghetto ricco, cavolo gustoso.... ci voleva proprio un formaggio speciale, come il Formaggio di Grotta delle Latterie Vicentine.


Si tratta di un formaggio fantastico, gustosissimo, dal sapore pieno, intenso, leggermente piccante. Me ne aveva parlato l'amico Domenico della Coldiretti e devo ammettere che è davvero fantastico.

Il formaggio, dopo una prima stagionatura di circa 60 gg, viene posto per almeno 5 mesi nelle Grotte del Castello a Schio. Si tratta di un rifugio scavato sotto il Castello di Schio durante la seconda guerra mondiale.

Avevo pensato inizialmente ad una fonduta, ma temevo che il suo sapore intenso coprisse gli altri, quindi ho optato per una sgranatura del formaggio: bellissimo sentire lo spaghetto avvolto dal cavolo ed ogni tanto incontrare il pezzetto di formaggio che riempie di sapore il fondo del palato...

Spaghetti di kamut con formaggio di grotta e crema di cavolo nero


Delle proprietà del cavolo nero ho parlato in diversi post, ma non ho mai parlato del formaggio.
Viene spesso bandito dalla tavola da chi vuol perdere peso per il suo contenuto in grassi, e talvolta con esso altri latticini.

Io non sono uno specialista, sono solo un blogger, quindi parto dal principio: io non amo pensare ad una dieta come una cura ma come ad una scelta di vita.
Trovo quindi impossibile immaginare di castigarmi ed infliggermi privazioni tutti i giorni... sarebbe un patimento e cercherei di sicuro il modo di sgarrare appena possibile (cosa che fanno in genere tutte le persone a dieta).

Quando preparo un piatto o creo una ricetta, penso a nutrirmi al meglio utilizzando alimenti sani, di stagione, equilibrati e bilanciati.
Ma penso anche a godere di quel che mangio, che deve soddisfarmi con la sua presentazione, gli abbinamenti ed i contrasti, la curiosità che genera, oltre ai sapori; e penso che gli articoli dallo scorso autunno lo possano testimoniare.

Detto questo, se, oltre al latte quotidiano, è consigliato mangiare 2 volte a settimana il formaggio, con porzioni di 100 gr per il formaggio fresco o di 50 gr per quello stagionato stagionato....perchè negarmelo ???
Anzi me lo gusto proprio, e visto che 50-100 gr sono pochi, cerco proprio quello più buono che c'è !!!



Prima di chiudere, vi invito a sintonizzarvi sul sito di Radio Radicchio, giovedì 10 alle ore 19:00, quando sarò ospite delle simpaticissime Eleonora e Giulia, conduttrici della trasmissione Parallelamente.


Spaghetti di kamut con formaggio di grotta e con crema di cavolo nero

Ingredienti
Per due persone
  • 160 gr di spagetti di kamut (io ho usato il Monograno Felicetti)
  • 1 cespo di cavolo nero
  • 80 grammi (circa) di formaggio di grotta (io ho usato quello delle Latterie Vicentine) o formaggio molto gustoso a pasta semidura
  • olio e.v. d'oliva
  • sale e pepe
  • bresaola (opzionale)
Preparazione

Lavate il cavolo eliminate le coste ed il torsolo e conservando solo le foglie. Mettete a cuocerle a vapore fino a quando saranno belle tenere (in pentola a pressione circa 15-20 minuti).

Tritatele grossolanamente e frullatele aggiungendo poca acqua di cottura o acqua tiepida e olio evo. Il risultato finale dovrà essere una crema piuttosto densa.

Mettete a cuocere la pasta per 3-4 minuti in acqua salata bollente, quindi passatela in una padella ampia con un goccio d'olio e acqua bollente salata fino quasi a coprirla.
Continuate la cottura aggiungendo, se necessario, acqua bollente (non fredda o bloccherebbe la cottura della pasta).

A metà cottura (dopo circa 3 minuti), aggiungete la crema di cavolo nero ed ultimare la cottura avendo cura di arrivare alla fine con una crema densa ma umida e regolando di sale alla fine.

Impiattate e cospargere con formaggio di grotta sminuzzato col coltello e pepe.

sabato 5 febbraio 2011

Giovedì pesce .... ed ancora pesce !!!

calamari ripieni al riso venere, agrumi e sedano

Come di dicevo ieri, il giovedì è giornata di pesce, e se ho ripetuto con soddisfazione una ricetta trovata in un bellissimo libro, qualcosa di tutto mio dovevo pur prepararlo.

Già la sera prima era spuntata dal fondo della credenza la scatola del riso venere. Carina, cartone rustico, sbirciava timidamente e speranzosa: potevo non rispondere al suo sguardo così carino ??? Nooooo  ;)

L'abbinamento col pesce mi è venuto immediatamente, indipendentemente dal fatto che fosse giovedì. Inizialmente avevo immaginato le seppie, ma arrivato al banco non mi convincevano quelle che vedevo.
Molto più appetibili invece erano dei calamari piuttosto freschi, anche se non proprio di giornata.

Volevo però qualcosa di speciale, di profumato e saporito, che sapesse tener testa e valorizzare il sapore intenso e pieno del riso venere. Da qui l'idea di profumarlo, dopo la cottura, con la buccia degli agrumi ed il sedano, aromatico ma non aggressivo come le spezie.

calamari ripieni al riso venere, agrumi e sedano

Anche l'aggiunta delle olive nere, questa volta all'esterno dei calamari, è venuta un po' così... non so bene perchè ma mi ispirava tanto ed in effetti la combinazione finale è... deliziosa.

In questo modo il primo gusto che si sente è quello intenso ed amarognolo delle olive, completato ma non domato dal profumo del vino, dalla sapidità del cappero e dalla dolcezza del pomodorini.

Ma quando si supera la sottile barriera dei calamari... SBAMMM !!! E' come superare la barriera del suono, e tutto cambia: domina il dolce del calamaro, il fruttato dell'arancia e del limone e l'aromatico del sedano.

Ma l'oliva nera non molla, e sul finire rispunta con il suo aroma che di nuovo si mescola a quelli di calamaro, frutta e sedano...
Vi assicuro che insieme il piatto è un concerto di sapori, ed anche di profumi: infatti mia moglie, che non ha voluto assaggiarlo l'altra sera, quando stavo finendolo ieri sera si è avvicinata e ha detto: "che profumino, mi sa che è proprio buono..." (peccato fosse già sparito l'ultimo boccone ;)

Ancora più buono poi se mangiandolo pensate alle qualità di questo cefalopode: pochi grassi (1,7% circa) e tanto fosforo, calcio e iodio. Quindi si gusta ma non pesa :)


E per gustare al massimo il piatto, a dispetto delle foto, vi consiglio di mangiarlo su un letto di focaccia integrale (questa qui) a fettine, imbevuta con il fondo di cottura, o forse ancora meglio su del pane senza sale, tipo toscano.

Nella foto, invece, l'accompagnamento è un'insalata di indivia belga ed arance, aromatizzata con un pizzico di prezzemolo tritato e tanti semi di finocchio pestati al mortaio, condita con olio evo, succo di limone e sale.
Pensavo l'indivia fosse amara mangiata a crudo, invece, una volta tolte le foglie esterne è perfino dolce, e poi arancia e finocchio danno un aroma ed un gusto... deliziosa e perfetta con questo pesce.

Con queste ricette partecipo al contest Gli Agrumi proposto da Cinzia del blog "Il ricettario di Cinzia"

ilricettariodicinzia

Calamari alle olive nere ripieni di riso venere, agrumi e sedano

Ingredienti
Per 2 persone
  • 4 calamari non troppo grandi
  • 120 gr (circa) di riso venere (riso nero)
  • 1/2 costa di sedano
  • le zeste di 1/2 arancia e 1/2 limone
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • 1/2 spicchio d'aglio
  • qualche pomodorino fresco
  • 1 pugno di olive nere (quelle col nocciolo sono più amare e gustose)
  • 1/2 pugno di capperi sotto sale
  • 1/2 bicchiere di buon vino bianco
  • sale
Preparazione

La sera prima mettete a bagno il riso venere, in modo che si intenerisca.

Mettete a lessare il riso in abbondante acqua salata. Impiegherà circa 30-40 minuti a cuocere, e comunque resterà bello sodo, gommoso anche se non duro.

Pulite i calamari cercando di mantenere integre le sacche. Mettete da parte testa e tentacoli, che potrete usare per altre preparazioni (tipo un piccolo antipasto)

Tagliate a cubetti piccoli piccoli il sedano, grattuggiate le zeste, ed unitevi il riso scolato ed intiepidito. Mescolate per bene e riempite con il composto le sacche dei calamari.

Fermate l'apertura con uno stuzzicadenti e depositate i calamari in una pirofila di misura (in modo che non avanzi troppo spazio) che avrete in precedenza unto.
Oliateli e salateli, cospargeteli con i pomodorini tagliati in quarti, le olive nere a pezzetti, i capperi dissalati, il prezzemolo tritato e l'aglio a fettine e per ultimo bagnate con il vino.

Infornate a 180-190 °C per circa 30-40 minuti, girandoli almeno 3-4 volte, serviteli caldi su della verdura o ancor meglio su delle fette di pane rustico bagnato con il fondo di cottura o su della polenta fluida e calda.

venerdì 4 febbraio 2011

Giovedì pesce !!!

spaghetti sminuzzati al brodo di alici


Il giovedì mattina in città c'è il mercato, ed al mercato c'è un banchetto con del pesce... fantastico. Se poi si arriva presto, diciamo alle 7.30, si riesce a scegliere al meglio spendendo anche poco.

Io non consumo da molto il pesce, e fino a poco tempo fa lo detestavo. Ma ammetto che più lo mangio e più mi piace. Quindi sbirciare il banchetto alla ricerca del pesce più fresco è diventato un piacevole rito.

E se poi riesco a trovare le ricette giuste, mi si scatena la fantasia e la passione.

Per il primo la prima ricetta l'ho trovata su un libro che mi è stato regalato da mio fratello, Fabrizio, e dall'amico Antonio, e mi ha subito fatto innamorare: semplice, veloce, economica, gustosa.
Con solo 80 centesimi e poco più di 20 minuti ecco pronto un piatto da leccarsi i baffi.

spaghetti sminuzzati al brodo di alici


Se poi si accompagna inzuppando una deliziosa focaccia integrale ai pomodori, come quella che vedete e che ha profumato casa per tutto il pomeriggio... allora manca tanto così per toccare il paradiso.

Ma davvero poco, perchè io quando sento casa riempirsi del profumo del pane vado davvero in estasi, mi si scatenano le endorfine, abbraccerei tutti e tutto mi pare bellissimo.... :)

E comunque quel tanto così che mancava è arrivato con il secondo piatto, una ricetta tutta mia, ma... questa ve lo racconto la prossima volta.

Anche se lo saprete, mi fa piacere ricordare che le Alici, come la maggior parte del pesce azzurro, è molto ricca di grassi polinsaturi (omega-3), dall'efficace azione anti colesterolo, sostenuta cui in questo piatto dalla presenza dell'Aglio.
Le Alici sono inoltre ricche di proteine, ferro e fosforo, quindi un pesce buono e salutare.

Accompagnato poi da un buon pane integrale, ricco di fibre che aiutano il lavoro dell'intestino, e olio d'oliva, altri grassi insaturi che combattono il colesterolo, direi che ce n'è abbastanza per non farsi mancare una volta a settimana questi fantastici pesciolini.


Vorrei dedicare ad Antonio e Fabrizio, miei preziosi "fornitori" di bellissimi libri di cucina, ed alla nostra amicizia: proprio come questo piatto è semplice, sincera, non costa niente ma da un sapore alla vita che... sarebbe un guaio se mancasse.

Spaghetti sminuzzati al brodo di alici

Ingredienti
Per 1 persona
  • 1 etto di alici fresche
  • 40 gr di spaghetti
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1 ciuffo di prezzemolo
  • peperoncino a piacere
  • sale
  • 1 cucchiaino di concentrato di pomodoro o 1/2 bicchiere di passata
  • 2 cucchiai d'olio evo
  • qualche pomodorino fresco (facoltativo)
Preparazione

Pulite le alici, tagliando la testa, eliminando le interiora e togliendo la spina dorsale e la coda.
In una casseruola scaldate metà olio e quando caldo versatevi le alici e fatele andare a fuoco dolce mescolando, fino a quando si spappoleranno.
Aggiungete al pesce il trito di prezzemolo, aglio e peperoncino (i pomodorini se li avete) e fate andare ancora 1-2 minuti.
Nel frattempo sciogliete il concentrato di pomodoro in abbondante acqua calda, oppure scaldate a fiamma vivace la passata, senza condimento, restringendola fino a che diventa ben densa. A questo punto, come per il concentrato, aggiungetela ad abbondante acqua calda.
Versate l'acqua sulle alici ed aggiungete gli spaghetti sminuzzati. Continuate la cottura fino a che gli spaghetti saranno teneri.
Impiattate e spolverizzate con altro prezzemolo, olio e se lo gradite aglio a crudo o appena stemperato nell'olio.
La ricetta originale prevedeva anche una spolverizzata di pecorino, che io però ho omesso.


Focaccia integrale ai pomodorini

Ingredienti
  • 300 gr farina integrale di grano tenero
  • 150 gr di farina di forza (manitoba)
  • 12 gr di lievito di birra fresco
  • 1 cucchiaio di zucchero o mezzo di miele
  • olio evo
  • 5 gr di sale (1 cucchiaino)
  • una decina di pomodorini o pomodori secchi fatti rinvenire in acqua calda
  • sale grosso
  • origano
Preparazione

Sciogliere il lievito e lo zucchero in acqua tiepida. Setacciare le farine, versare al centro 2 cucchiai d'olio e l'acqua con il lievito. Impastare aggiungendo poca acqua calda per volta fino ad ottenere un impasto morbido ed umido, non appiccicoso (o appena appiccicoso).
Lavorate per qualche minuto quindi versate il sale sulla spianatoia ed incorporatelo poco alla volta.
Continuate a lavorare per 15 minuti al meno sbattendo spesso l'impasto sul tavolo, più volte ripetutamente. Questo contribuisce a rendere elastico e morbido l'impasto.
Fate lievitare il composto, unto d'olio, per 1 ora in una terrina capiente unta a sua volta, in un ambiente caldo, coprendo con un piatto.
Versate l'impasto sulla spianatoia allargandolo, ma senza schiacciarlo, piuttosto infilate le mani sotto e tirate verso l'esterno.
Ponete la sfoglia in una teglia unta a lievitare per altri 45 minuti, coprendo con cura.
Prima di infornare, distribuite sulla superficie i pomodorini tagliati a metà, schiacciandoli dolcemente. Ungete d'olio, cospargete di sale grosso ed origano.

Infornate a 200°C fino a quando sarà ben cotto. Se necessario fate dorare passando qualche minuto sotto il grill.

mercoledì 2 febbraio 2011

Quando le cose semplici fanno impazzire...

Sottotitolo:

"Il pane e frittata.... non si batte"


Pane e frittata

Che devo dire... son fatto così: alle volte le cose più semplici sono quelle che mi fanno più impazzire, se poi son piatti poveri e di riciclo, tipo patate, uova e i gambi dei carciofi avanzati...

Potrete anche non credermi, ma vi assicuro che quando ieri sera, mentre guardavo questa frittatona crescere in forno, e formare quella crosticina sopra... mi si gonfiava anche il cuore  :)

Ed il collegamento con il film Basilicata Coast to Coast, e con la canzone "il pane e frittata di mia madre non si batte", è stato immediato.

Pane e frittata

Quando poi ho dato il primo morso alla frittata... uuuhhhmmmm.....  dovevo fare anch'io il pane e frittata. Ma non potevo usare un pane qualunque: doveva essere un pane bello morbido, con una crosticina delicata ma croccante, tipo le ciabattine, non gli zoccoli che fanno da noi, le ciabattine tipo polesana...

Vi siete già immaginati com'è finita? Stanotte ho panificato; avete capito bene, stanotte. Direte che sono matto, ma non mi pesa svegliarmi alle 2.30 (già lo faccio ogni notte) per tagliare l'impasto e formare le pagnotte, e nemmeno alzarmi di nuovo alle 5 per infornare il tutto, se poi immagino il risultato...

E così mentre vedevo il pane crescere e dorarsi in forno, ed il profumo andare a cercare anche gli angolini più nascosti della casa, ovviamente mi guardavo B.C.t.C. immaginandomi quanto sarebbe stato bello "sponzoso" (se non sapete che significa, guardatevi Basilicata Coast to Coast).

Ed a voi che siete stati così pazienti da leggere 'sto papiro, dedico la bellissima canzone ispiratrice, anche se il mio consiglio e guardarsi questo divertentissimo movie on the road tutto italianissimo.




       Il pane e frittata di mia madre
       non si batte,
       perchè non è che bastano due fette di pane e la frittata per fare
       il pane e frittata che fa mia madre.
   
                  Se al pane e frittata che fa mia madre gli levi mia madre,
                     rimane un panino con la frittata
                     generico, semplice, banale, ordinario.


       Se invece al pane e frittata che fa mia madre gli levi il panino con la frittata. rimane
       mia madre.


                     Che può sempre farmene un altro
                     che magari le viene meglio,
                     o peggio.


       Lì uno può sempre fare dei paragoni
       oltre al gusto del pane con la frittata c'hai il gusto della sorpresa
       dell'imprevisto, che è il sale della vita
       e anche di quel pane e frittata


                     Il pane e frittata senza mia madre è orfano,
                     è un panino senza back ground, senza memoria, senza cultura
                     è un panino che li per li ti sfama pure,
                     però non ti appassiona,
                     non ti fa crescere.


       Il pane e frittata senza mia madre è un panino ripieno di un vuoto
       e alla fine lo senti,
       quel retrogusto
       di un gusto
       che non è il tuo.

Pane e frittata

Ciabatta polesana

Ingredienti
  • 500 gr di farina (ideale la farina '0' di grano tenero, io ho usato un mix di farina '00' e semola di g.d. rimacinata)
  • 8 gr di lievito fresco (1/4 di cubetto)
  • 5 gr di sale (1 cucchiaino)
  • 1/ cucchiaio di zucchero
  • olio evo
Preparazione

Sciogliete il lievito in poca acqua tiepida con lo zucchero e fatelo attivare per 5-10 minuti. nel frattempo setacciate le farine.

Impastate quindi la farina con il lievito continuando ad aggiungere acqua tiepida fino ad ottenere un impasto consistente ma molto morbido, possibilmente poco o per niente appicicoso.
Lavorate a lungo l'impasto (15-20 minuti) battendolo spesso sulla tavola: sbattetelo con forza 4-5 volte di fila e poi riprendete ad impastarlo per 2-3 minuti per poi ribattere di nuovo.

Se l'impasto fosse troppo appiccicoso aggiungete poca farina sulla spianatoia, e se fosse troppo asciutto bagnatelo con altra acqua.

Dopo 5-10 minuti che lavorate l'impasto mettete sulla spianatoia il sale ed incorporatelo all'impasto poco alla volta.

Mettete l'impasto lavorato, leggermente unto d'olio, in una capace ciotola a sua volta unta d'olio e coprite con un piatto. Fate lievitare per 4 ore.

Stendete un velo di farina sulla spianatoia, e stendetelo senza schicciarlo: dovete infilare le mani sotto l'impasto e tirarlo delicacamente.
Dividetelo in 4 parti, e tirate un pochino anche queste. Quindi ripiegatele su se stesse, formando una tasca.

Copritele con un canovaccio e lasciatele lievitare per altre 3 ore.

Trascorso il tempo rovesciate le pagnotte su una teglia infarinata, cospargetele con altra farina ed infornate a 200°C.
Cuocete fino a quando di formerà una leggera crosticina, quindi date una bottina di grill per dorarle sopra e, se ci riuscite, lasciatele raffreddare completamente prima di mangiarle.


Frittata con patate e gambi di carciofo

Pane e frittataIngredienti
Per due persone
  • 8 gambi di carciofo
  • 2-3 patate farinose
  • 2 uova
  • 100 gr di ricotta
  • sale e pepe
  • un ciuffo di prezzemolo
  • 1 spicchio d'aglio
  • 1/2 limone
  • olio evo
Preparazione

Mettete a scaldare l'olio in un tegame e quando è caldo spegnete la fiamma ed aggiuntete lo spicchio d'aglio pelato e schiacciato.
Togliete la parte esterna e dura dei gambi di carciofo, tagliateli a rondelle sottili e metteteli in acqua acidulata con il succo di limone.
Sbucciate le patate e tagliateli a dadini, quindi metetele con i carciofi ad insaporirsi nell'olio aromatizzato, che nel frattempo avrete rimesso su fuoco dolce, mescolando continuamente.
Dopo 1-2 minuti aggiungete acqua calda fino quasi a coprire il tutto, salate ed incoperchiate e cuocete a fuoco vivo mescolando di tanto in tanto ed aggiundo acqua se si asciugasse troppo.
Sarà pronto quando le patate iniziando a disfarsi formaranno una bella crema densa, ed i carciofi saranno belli teneri.

Togliete dal fuoco, aggiungete il prezzemolo tritato e fate raffreddare, ed accendete il forno a 200°C

Intanto sbattete gli albumi con poco sale fino ad una montatura non troppo ferma. Sbattete anche i tuorli e quando saranno chiari mescolate con la ricotta, e quando quando questa sarà ben incorporate aggiungete anche le patate ed i carciofi. Per ultimo aggiungete gli albumi montati mescolando piano dal basso verso l'alto.

Rivestite una pirofila con carta forno bagnata e strizzata, oliatela pochissimo e quindi versate all'interno il composto livellandolo.
Distribuite della scaglie sottili di cacio cavallo sulla superficie, coprite con la stagnola ed infornate fino a quando sarà bello gonfio e cotto in superficie.

Una passatina sotto al grill prima di sfornare donerà quella crosticina brunita che rende tutto più appetitoso.