Sapevo che gli ultimi ciuffi di agretti rimasti in frigo non sarebbero resistiti oltre.
Così oggi pomeriggio cercavo di immaginare come poterli finire. Avevo intravisto una pasta, in internet, ma non avevo letto come prepararla (anche se mi sembrava avesse qualcosa di agro-dolce).
Così ho cercato di ricordare cos'altro avevo in frigo: il San Daniele avanzato dalle piadine di ieri sera è stato il primo candidato ad accompagnare questi nuovi amici.
Però non mi andava di spadellarlo: avrebbe finito per risaltare la sua salatura e sovrastare il gusto degli agretti.
L'ideale era usarlo crudo, ma essendo in fetta sarebbe stato difficile amalgamarlo ed insaporire la pasta. Mi sembrava che frullarlo, magari con poco grana per evitare si impasti troppo, potesse risolvere il problema.
Bene, sembrava tutto a posto e poi... E poi ecco che avverto quel sapore caldo ed intrigante, quell'aroma esotico, vagamente incomprensibile e per questo irresistibile.
Un po' come il libro di questi giorni, La maga delle spezie, che più leggo e meno mi cattura, meno mi piace e più mi lega. Più una sofferenza che un piacere, ma non riesco a farne a meno.
Ogni volta che lo apro, non so se arriverò in fondo al capitolo, ma poi, incuriosito dal modo stravagante ed inaspettato di parlare delle spezie, anzi con cui le spezie parlano e si raccontano, mi costringo ad andare avanti.
E sono state le prime pagine che hanno risvegliato i ricordi della curcuma, che fino ad ora avevo solo usato per preparare i profumati e speziati cous cous, ma che mi aveva sempre colpito.
E questa volta invece l'accompagnamento è venuto fuori da solo, non so perchè, ma mi sembrava che fosse l'unica spezia in grado di accompagnare gli agretti ed al tempo stesso di non interferire, anzi di legare, il gusto carnoso del prosciutto.
Come racconta infatti la curcuma alla maga: "Sono la curcuma, venuta dopo il veleno e prima del nettare e perciò sto sospesa tra i due".
Non sono un mago, ma immaginando questi sapori, quasi mimando ad occhi chiusi l'atto di preparare gli ingredienti, mi tornavano a mente le parole di Joanne Harris che tanto mi son piaciute in Chocolat: "C'è un alone di stregoneria in tutta la cucina; la scelta degli ingredienti, il modo in cui vengono mescolati, grattuggiati, sciolti..."
Anche se più che uno stregone mi sento un... apprendista stregone, devo dire che la combinazione di questi sapori è stata davvero piacevole.
Ingredienti
Per una persona
- 80 gr di spaghetti
- 1 pugno di agretti
- 1 cucchiaio di cipolla affettata fine
- 1 piccolo spicchio d'aglio in camicia
- 1/3 cucchiaino di curcuma
- qualche fetta di prosciutto San Daniele
- 1 cucchiaio di grana grattuggiato
- olio evo
Cuocere la pasta al dente.
Nel frattempo sbollentare 2-3 minuti gli agretti in acqua salata. Toglierli dalla pentola ed immergerli immediatamente in acqua ghiacciata.
Soffriggere dolcemente la cipolla e l'aglio in camicia con poco olio, quindi aggiungere gli agretti e saltarli pochissimi minuti. A fuoco spento aggiungere la curcuma, qualche cucchiaio dell'acqua di cottura della pasta, e mescolare delicatamente.
Frullare intanto il prosciutto con il grana, in modo da ottenere un granulato.
Scolare la pasta e spadellarla con la verdura per pochi minuti, aggiungendo se necessario poca acqua di cottura, in modo da ottenere un fondo leggermente umido.
Impiattare aggiungendo il granulato di San Daniele.
Alberto ma questo piatto è fantastico, riesce a farmi venire il languorino anche di primo mattino.
RispondiEliminaOttima anche la foto che gli rende giustizia.
Volevo chiederti se questa verdura viene chiamata anche barba di frate, perchè dalle mie parti con questo nome non c'è nulla.
Buon w.e.
@Nanny: grazie Nanny, in effetti barba di frate è un altro nome degli agretti.
RispondiEliminaUn buonissimo fine settimana anhe a te.
Bella questa pasta. Copio subito la tua ricetta. Per quanto riguarda il libro non mi è proprio piaciuto. E' vero che rievoca sapori e colori esotici ma la storia è terribile.
RispondiEliminaFiniscilo e fammi sapere!
che meraviglia l'idea del granulato, mi sembra saporita ed originale, da copiare!!! Bacioni
RispondiElimina@Bianca: grazie per la pasta, quanto al libro... non penso che riuscirò a finirlo: è più un tormento che un piacere :(
RispondiEliminaDobbiamo trovare qualcun'altro che ci racconti la fine ;)
@colombina: grazie mille, è davvero saporito pur senza stravolgere il gusto del prosciutto con la cottura. Un bacione anche a te.
Hai avuto un'ottima idea. Così, a naso, penso che gli ingredienti possano stare proprio bene insieme. L'altro giorno ero tentato di comprare la barba dei frati, ma poi non sapevo bene a cosa abbinarla. Proverò con la tua ricetta, giusto per andare sul sicuro. Ciao!
RispondiEliminaIo adoro gli agretti, ma non avrevo mai pensato di metterli nella pasta. Hai fatto proprio un piatto da stregone, con una combinazione di sapori veramente intrigante. Da provare assolutamente!!
RispondiElimina@da Sergio: fammi sapere se li fai, a me stanno piacendo proprio queste verdurine
RispondiElimina@elenuccia: grazie grazie.