Quando sabato li ho visti dal macellaio non ho resistito: in un angolino, vicino alla cassa, vedo un cestino di torresani !!! Non potevo certo lasciarmi sfuggire un'occasione per tentare un piatto della tradizione, e per rievocare una disfida.
Ma cominciamo dall'inizio: per chi non li ha mai sentito nominare, i torresani sono i piccioni. Per l'esattezza, i piccioni che non hanno ancora preso il volo, quindi entro i 30 giorni dalla nascita, quando le carni sono ancora belle tenere ed il grasso che hanno accumulato li rendono perfetti per una cottura allo spiedo.
Il nome deriva dai torrioni, anticamente adibiti a torri di guardia e difesa, successivamente adibiti a residenza civile, dove venivano allevati.
Io, da buon vicentino (e da fedele lettore di A.Sandri e della sua Cucina Vicentina, ho sempre saputo che il torresano è un piatto tipico di Breganze, un paese della nostra provincia.
Quello che non sapevo, è che anche la vicina Torreglia, sui colli euganei, rivendica da sempre la paternità del nome torresani.
E siccome ogni occasione è buona per far accendere gli animi tra padovani e vicentini, ecco che negli anni '50 Toni "Ballota" dell'ominima trattoria di Torreglia porta la questione davanti al pretore.
Alla fine della causa, il verdetto riconobbe ad entrambi i paesi (Breganze e Torreglia) il diritto di paternità sul termine.
Di questa diattriba sono venuto a conoscenza a cottura ultimata, quando "con orrore e pentimento" mi son reso conto di aver preparato i rinomati piccioni non alla vicentina (arrostiti davanti al fuoco) ma alla tauriliana (al forno).
Per penitenza, provvederò quanto prima a prepararli come si conviene ad un vicentino doc :)
Sarà poi l'occasione per votare anche la miglior versione.
Ingredienti
Per due persone
- due torresani (piccioni da nido, 30 giorni massimo) spennati, fiammeggiati ed eviscerati (tenere cuore e fegato)
- 1 salsiccia
- 3 rametti rosmarino
- 5 foglie di salvia
- 1 tuorlo
- 1 fetta di pane raffermo
- poco brodo
- 4 fette di pancetta tesa
Se lo si desidera, cuocere fegati e cuori in poco burro e salvia ed aggiungerli al ripieno.
Il ripieno viene preparato macinando la salsiccia con gli aghi di un rametto di rosmarino, poca salvia, il pane bagnato nel brodo.
Quindi il tutto viene mescolato al tuorlo ed usato per riempire i piccioni. Chiuderli con ago e filo, fasciarli con 2 fette di pancetta e legarli con la spago.
Metterli a cuocere al forno (170-180 °C) in una teglia con poco olio, bagnandoli spesso con il loro stesso sugo, per 2 ore circa.
Devono risultare ben rosolati, e con la pelle croccante.
Che piattino invitante.Anch'io li adoro,ho appena annotato la ricetta; dalle mie parti si cucinano in modo leggermente diverso.
RispondiEliminaCiao Daniela.
Un plato que invita a tomarlo.
RispondiEliminaSaludos y buen día
Che spettacolo questi "torresani"!Complimenti allo chef!Sono davvero invitanti!
RispondiEliminaNon li ho mai mangiati..però mi ispirano!
RispondiEliminaBravo!
Ciao
Sarà che nel milanese i piccioni non hanno un'aria sana... ma non li ho mai provati, sebbene siano nella tradizione. Vista la tua ricetta, la voglia viene proprio.
RispondiEliminaaaaaaaa, che meraviglia!! da me (e forse anche da te??) quel meraviglioso piatto in foto si chiama "poenta e osei" :D talmente celebre che oramai è divenuto anche un dolce con sopra la glassa di zucchero gialla e gli uccellini (sempre di zucchero)! :)
RispondiEliminammm..non so mica se ci riuscirei a mangiarli però:(
RispondiEliminaGustosi questi torresani (da noi si chiamano torraioli).
RispondiEliminaproverò anche a cucinarli così.
bel piatto! mi piacciono queste ricette del territorio :-)
RispondiEliminami è preso un colpo! pensa che io abito a Torre di Mosto in provincia di Venezia. Gli abitanti si chiamano torresani!
RispondiEliminaConfesso che non ho mai mangiato i piccioni. Dalle nostre parti non vanno molto di moda come volatili. Sembra molto invitante però :) Grazie, molto interessante la descrizione storica.
RispondiElimina@Daniela: bhe non mi lascerai mica con la curiosità ??? come si cucinano da voi ?
RispondiElimina@Curra: un plato que no puede perderse si se presentara la oportunidad.
saludos
@UnaZebrApois: grazie mille
@Aniko: era la prima volta anche per me: carni gustose e tenerissime, da provare
@da Sergio: ti confesso che solo la fiducia che nutro per il mio macellaio mi ha convinto a prenderli. Avendo un fornitore sicuro, sono davvero da provare.
@BreadandBreakfast: bhe Valeria, intanto complimenti per il bellissimo blog. Ci faccio presto un salto con calma, promesso.
Quanto a poenta e oxei, da noi vengono chiamati gli spiedini con gli uccellini piccoli, le seleghette o i passerotti.
@Genny G.: se non riesci a mangiarli interi, ci sono diverse preparazioni che non ti fanno intravedere... la forma originale: ad esempio un ragù (buonissimo!!!).
@germana: anche tu come Daniela m'incuriosisci: da voi come si preparano ??
@Ely: è vero, ogni tanto ho proprio bisogno di questo ritorno alle origini :)
@Laura: ha ha ha... per stavolta potete stare tranquilli. Ma fra un paio di mesi passo dalle tue parti per andare a Bibione... vedi un po' tu se barricarti in casa o rischiare :)
@elenuccia: ti confesso che da noi è un piatto difficile da trovare, se non in alcune nicchie territoriali o conoscendo quel tale che ... stavolta ho avuto davvero fortuna a trovarli.