sabato 19 settembre 2009

Bigoi mori in salsa

Anche se i Bigoi in Salsa si consumano tipicamente il Venerdì santo o comunque nei giorni di magro, quando piace... ogni occasione è buona.
E visto che dopo i Bigoli alla Venexiana di CorradoT, avevo promesso di postare una ricetta con uno uso più consono dei bigoli, ed eccomi qui con uno dei piatti più tipici e più poveri della cucina vicentina.

bigoi mori in salsa

Che sia povero lo si legge dagli ingredienti: sarde sotto sale, economiche ma saporitissime (quindi ne basta poco poco) e cipolle, di cui per fortuna son pieni gli orti. Niente altro, giusto un profumo (ma poco poco) di pepe, niente vino, niente erbe, niente insomma, solo olio.

bigoi mori in salsa ingredienti

L'uso di gusti forti si presenta anche in altri piatti tipici della cucina popolare Vicentina (e Veneta): questo mi fa tornare a mente che devo preparare quanto prima Poenta e scopeton.... ma questa è un'altra storia.

Anche se nella mia ricetta ho usato l'olio di oliva, dubito che fosse l'olio usato dalle nostre nonne: più tipicamente si usava l'olio di semi, più economico e meno gustoso (elemento questo che poteva essere un pregio in presenza di altri gusti forti).

bigoi mori

I bigoli utilizzati, son detti Bigoi mori, una tipica pasta secca, poco più spessa di un vermicello. Il nome deriva dal loro colore, dovuto all'uso di aggiunte di farina integrale alla farina di grano duro. Anche se il colore tende a sparire in cottura, il gusto ne guadagna. Due le scelte tipiche (le vedete qui sopra).

Per questo piatto non si usano i Bigoi freschi, quelli con la pasta all'uovo e tirati dai omeni col torcio, che invece sono usati con sughi di carne (piatto fantastico sono i Bigoi co' l'arna).

Una piccola nota: se togliamo la cipolla e mettiamo un po' più di sarde, ecco pronti i Bigoi co' la sardea, ancora più semplici, anche se dal gusto più forte.

Ovviamente il tutto, se potete, va bevuto con un buon vino bianco che aiuti a ripulire la bocca dal dolce della cipolla e dal sapore della sarda: io ho usato un classico della zona, il Garganego.


Ingredienti
  • Bigoli mori
  • 2 sarde sotto sale a testa
  • 1/2 cipolla media bianca a testa
  • olio
  • pepe da macinare (o pestare)

Preparazione

Lavate le sarde e mettetele qualche minuto in ammollo in acqua fredda. Affettate intanto la cipolla finissima e mettetela in un pentolino con abbondante olio.

Risciacquate nuovamente le sarde e deliscatele, quindi tagliatele a pezzi piccoli. Fate appena imbiondire le cipolle, aggiungete le sarde e mezzo bicchiere d'acqua. Riducete la fiamma al minimo e fate sciogliere cipolla e sarda lentamente, aggiungendo se necessario ogni tanto dell'acqua.

Cuocete nel frattempo i bigoli, avendo cura di salare la pasta meno del solito (le sarde tendono a trattenere sempre un po' di sale).
Quando pronto mescolate bene la pasta con la salsa e spolverizzate con poco pepe macinato fresco (o pestato).

Mi raccomando: niente grana !!!!! ;)

15 commenti:

  1. Ciao Albertone dopo la ricetta di CorradoT ecco la ricetta originale, è simile a quella che conosco io, una sola variante, 1 sardina a persona ( ma questo dipende da gusto personale ).
    La nonna mi raccontava che nelle famiglie numerose, come era la nostra, non si usava l'olio ma tutto veniva condito con il grasso di maiale. Come gia' detto sono molto legata alle tradizioni e ti ringrazio per aver proposto questa bella ricetta.
    Buon week-end Daniela.

    RispondiElimina
  2. Ho sempre sentito parlare di questi bigoli, ma purtroppo non ho mai avuto l'occasione di assaggiarli, qui da me credo che non sia facile trovarli, magari potrei provare con gli spaghetti ( se ho detto un castroneria perdonatemi :-)))perchè questo condimento deve essere appetitosissimo!!

    RispondiElimina
  3. @Daniela: anch'io ho parlato con mia mamma stasera, e lei non ricordava se mia nonna usasse lo strutto, ma ricordava bene che l'olio d'oliva non si sapeva cosa fosse.
    Anzi ricordo che la prima volta che ho fatto il baccalà alla vicentina, sono rimasto colpito che mia mamma non fosse molto convinta. Poi mi confessò che era colpa dell'olio: ricordava fosse meno dominante il suo gusto, proprio perchè mia nonna usava quello di semi.

    @Milla: sono certo che il gusto sarà comunque buonissimo; se vuoi avvicinarti all'orginale, potresti usare degli spaghetti con farina integrale, ma temo in un gusto dominante.

    RispondiElimina
  4. ahaha quella pasta li' mi fa sempre venire in mente i viaggi perchè..la vendono in tutti gli autogrill!:DD a parte questo...le ricette povere mi piacciono un sacco....sono quasi sempre le più ricche di sapori!!bellissimI!!

    RispondiElimina
  5. boni boni i bigoi......io li faccio anche con gli spaghetti...ciao

    RispondiElimina
  6. @Genny: io non ci avevo mai fatto caso che ci fossero negli autogrill. Sono daccordo sulle ricette povere: son sempre le più buone.

    @elisa: piacere che piacciano anche a te.

    RispondiElimina
  7. ah che boni!! bigoi o spaghetti qua a padova!!!!
    super!

    RispondiElimina
  8. Albertone: sono stato via due giorni, non avevo ancora visto la tua ricetta. Una bella, sana, tradizionale ricetta.
    Moooolto appetitosa.
    Appena puoi posta per favore "Poenta e scopeton", che forse l'ho anche mangiata, ma non con questo nome, che mi e' nuovo.

    RispondiElimina
  9. Daniela: la mia ricetta non era e non voleva essere quella originale (ma sull'originale avrei da discutere: non se ne sentono due uguali, e sono tutte "originali"), piuttosto era una giocosa improvvisazione. E anche un approfittare dell'assenza del supervisore: la mia adorata mogliettina, che osserva da sopra la spalla e non riesce a tener la boccuccia chiusa :-))))

    RispondiElimina
  10. @Corrado grazie mille;posterò quanto prima poenta e scopeton.
    Pensa tu, invece alla mia proprio non interessa che faccio in cucina, purchè:
    1 - non lasci un casino, e io sono bravissimo a far un 48 in meno di un'ora :)))
    2 - che prima faccia il mio dovere da bravo maschietto... no... non fraintendermi... parlo di sistemare la persiana rotta, attaccare il palo delle tende, smontare questo o quello... ;)

    RispondiElimina
  11. Quanto mi piace questa ricetta!!!!...e non solo di venerdi!! Grazie! Ciao. paola

    RispondiElimina
  12. ecco una "variante" rispetto al classico acciughe e stemperate in olio e tanto, tantissimo aglio.
    sapessi come mi incuriosisce provare la differenza sarda/cipolla! ma ti dico subito, che siccome voglio coglierla appieno userò spaghetti normalissimi come d'abitudine.
    belle questo botta e risposta fra te e CT!

    RispondiElimina
  13. @simona: fammi sapere com'è la differenza.
    Quanto a CT, mi sembra di cogliere un'affinità ;)

    RispondiElimina
  14. I bigoi coa sardea sono una dei miti della cucina veneta che, come tutti i piatti, ha varianti locali alle quali ciascuno è affezionato per ricordi famigliari. Io faccio riferimento alla cucina di mia nonna Amalia, classe 1880, con cui ho convissuto per 28 anni, e che quando cucinava alcuni suoi piatti speciali (es. il coniglio)si spargeva la voce e parenti ed amici calavano da più parti d'italia nella nostra casa a Vicenza per godere con un'intensità da vizio capitale. Nel nostro caso il massimo della ricetta prevedeva i Bigoli de Bassan (spaghetti scuri di Bassano, che però erano più cari dei normali spaghetti), ma la ricetta risultava fantastica con qualsiasi tipo di spaghetto un po' grosso o di bigolo (anche fresco). La nonna usava sia le sarde, sia le acciughe sotto sale (queste, più costose, solo nei momenti di "grassa") e l'olio di semi tagliato con quello, più costoso, di oliva (non extra vergine, che da noi all'epoca non si conosceva). Logicamente, la cipolla (tanta) era la base della ricetta. Si metteva anche un po' di prezzemolo, per vivacizzare l'aspetto senza interferire troppo con il sapore della sardea. Non si metteva il pepe. Noi abitavamo in città e sicuramente in campagna la ricetta era un po' diversa, ma certamente, anche lì, nell'infilare la forchetta in bocca si alzavano gli occhi al cielo, gustandosi la vita con un "Ah, che bon!"

    RispondiElimina
  15. @Anonimo: ahhh quanto mi spiace non ti sia firmato o firmata: mi farebbe piacere chiamarti per nome.

    Innanzitutto grazie per il tuo bellissimo commento ma soprattutto per aver condiviso i tuoi bellissimi ricordi.

    E poi, alle volte le coincidenze, ho letto il tuo racconto proprio nei giorni in cui mi frulla un'idea in testa.
    Penso sempre più spesso che amo tantissimo creare ricette personali, ma più di tutto amo la cucina della memoria, dei ricordi, anche se "molto spesso non sono i miei ricordi".

    Non so bene come spiegarlo: ad esempio non ho ricordi personali dei "bigoi mori in salsa", ma mentre cercavo, studiavo e facevo mia questa ricetta, immaginavo mia nonna Isetta che preparava questo piatto, o un piatto come questo.
    Neanche lei, come tua nonna, avrebbe usato l'acciuga che costava più della sardea, e certo avrebbe scelto l'olio di semi, più abbordabile di quello d'oliva.
    Insomma un piatto preparato pensando ai tanti figli da sfamare con il poco che ci si poteva permettere, e proprio per questo ricco d'attenzione, d'amore e di sapori, da far dire "Ah, che bon".

    Puoi quindi credermi quando ti dico, mio caro Anonimo, che i ricordi che tu hai condiviso con me... adesso li sento un po' miei, e questo piatto assume, per me, un significato ed un valore ancora più profondo.

    Grazie di cuore.
    Alberto

    RispondiElimina

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.